De Magistris e i rifiuti di Napoli
Oggi scadono i cinque giorni che il neo-sindaco si era dato per ripulire la città
Durante la campagna elettorale per diventare sindaco di Napoli, Luigi De Magistris proponeva questa soluzione al problema dei rifiuti: niente inceneritori – “vecchie tecnologie che avvelenano l’ambiente” – e raccolta differenziata da portare al 66 per cento nel giro di pochi mesi. “Là dove si realizza il porta a porta”, si legge nel programma elettorale di De Magistris, i napoletani si comportano come e meglio di molti”. I dati confortano questa tesi: in questo momento a Napoli la raccolta differenziata copre solo il 20 per cento dei rifiuti ma nei quartieri dove è arrivo il porta a porta la percentuale arriva effettivamente sopra il 65 per cento. Non ci sono però impianti di compostaggio, e De Magistris ha promesso di costruirne uno.
Il neo sindaco di Napoli ha affrontato tempestivamente la questione, dedicando ai rifiuti la sua prima delibera dopo l’insediamento, nominando un nuovo consiglio di amministrazione di ASIA, l’azienda municipalizzata che si occupa dello smaltimento dei rifiuti. De Magistris si è impegnato a raddoppiare l’estensione della raccolta differenziata in città nel giro di 90 giorni. Rimane però la risoluzione dei problemi immediati. In questo momento per le strade di Napoli ci sono 2.400 tonnellate di rifiuti non raccolti, 10.000 se si tiene conto dell’intera provincia. Il 17 giugno, dopo una riunione d’emergenza convocata in prefettura con Asl, Agenzia regionale ambiente, Regione Campania e Provincia di Napoli, il sindaco di Napoli aveva detto: «In quattro-cinque giorni la città e la provincia di Napoli saranno liberate dalla spazzatura». I quattro-cinque giorni scadono tra oggi e domani e la situazione è lontana dall’essere risolta.
Ne scrive l’edizione napoletana di Repubblica, sostenendo che “i suoi annunci su Napoli pulita rischiano di finire nello stesso album di quelli di Berlusconi”. La soluzione doveva essere una rimozione straordinaria dei rifiuti presenti in città e il loro trasferimento in alcuni siti nei quali sarebbero dovuti rimanere provvisoriamente per alcuni giorni, in attesa di essere portati alle discariche. Uno di questi siti doveva essere nella zona di Caivano, un comune a nord di Napoli, ma il sindaco l’ha chiuso. Inoltre, la raccolta dei rifiuti è andata molto a rilento: i dipendenti dell’azienda responsabile della loro rimozione non hanno ricevuto gli straordinari e per questo hanno impiegato nelle operazioni soltanto la metà dei mezzi. C’è dell’altro, dice lo stesso De Magistris.
“A rendere impossibile l’obiettivo stabilito ci sono anche fatti inquietanti che hanno impedito la raccolta dei rifiuti e che sono stati già segnalati alle forze dell’ordine”. Siamo alle solite. Intimidazioni agli autisti, anche a quelli che andavano a lavorare. “É stata disposta una vigilanza – dice il sindaco – da parte delle forze dell’ordine verso i mezzi di raccolta della spazzatura. La verità è che questa amministrazione sta rimuovendo “incrostazioni” ventennali determinando risposte di sabotaggio”.
Il sindaco di Napoli questa notte terrà un vertice col prefetto Andrea De Martino e dice che non si allontanerà “senza aver avuto la certezza che gli impegni presi nei giorni scorsi vengano rispettati da tutti”. Secondo De Magistris l’accordo “sta naufragando e non per responsabilità del Comune di Napoli. L’accordo c’era. Poi nessuno può mettere in preventivo che arrivino atti illegittimi da parte delle istituzioni”.
foto: LaPresse