La giornata in Senato
La prima parte della verifica parlamentare del Governo è andata liscia, domani si riprende alla Camera
18.35 Stanno continuando le dichiarazioni dei capigruppo, al termine delle quali si concluderà la seduta. Non succede niente di particolare, il liveblogging del Post si chiude qui. Domani la verifica del Governo proseguirà alla Camera, dove le cose dovrebbero essere più interessanti: i numeri sono più equilibrati e il centrodestra ha bisogno di mobilitare ogni suo parlamentare.
18.23 Il Foglio pubblica il testo integrale del discorso di Berlusconi al Senato.
18.19 Viespoli, che fa parte della maggioranza, urla: “Il piano del Sud é più lento di una tartaruga meridionale!”
18.15 Viespoli, già capogruppo al Senato di Futuro e Libertà, ora interviene a nome del gruppo di Coesione Nazionale.
18.12 Rutelli fa l’elenco dei partiti e partitini che compongono la maggioranza, che sono diciassette. La lista dei nomi fa un certo effetto.
18.10 Si ricomincia. Baldassarri, di Futuro e Libertà, si è scritto un intervento lungo tre volte il tempo che aveva a disposizione. Schifani lo richiama più volte e alla fine per tre volte gli stacca il microfono. A parte questo genere di episodi il clima continua a essere molto tranquillo, anche perché – lo ricordiamo – la seduta si concluderà senza un voto: né opposizione né maggioranza hanno deciso di presentare mozioni di fiducia o di sfiducia al Governo.
17.44 Seduta sospesa, si riprende alle 18 con le dichiarazioni a nome dei gruppi parlamentari.
17.43 Ogni tanto emerge il Quagliariello di una volta. “Chiamiamo la sinistra a una sfida basata sui contenuti e non sul circuito mediatico-giudiziario e sulle intercettazioni”
17.39 Quagliariello sembra rivolgersi a un governo che entrato in carica ieri: un sacco di cose da fare, un sacco di settori su cui intervenire.
17.36 Niente, pure Quagliariello oggi è in tono minore. Lo scopo di questa seduta, per il centrodestra, sembra essere più rassicurarsi che difendersi dall’opposizione.
17.33 Parla Quagliariello, vediamo se riesce lui a svegliare l’aula.
17.29 Intanto le cose più interessanti succedono alla Camera. La Lega è uscita dall’aula per protesta, il PdL sbraita contro Fini, Fini non mette in votazione un altro ordine del giorno ma accusa Cicchitto di avere fatto il furbo, perché ora la maggioranza è numericamente in difficoltà e non vuole che si voti ancora.
17.27 Mazzatorta fa un discorso un po’ sconnesso ma almeno lui parla quasi a braccio. Infatti becca qualche applauso. Conclude invitando Berlusconi a “rimettere le sue mani nella morchia dei motori”.
17.24 Il leghista Mazzatorta parla di “capitali reticolari” e cita Romano Prodi (!) per introdurre il decentramento dei ministeri.
17.21 La diagnosi del senatore Valditara, finiano, non piacerà a chi immagina un’alleanza tra il PD e il Terzo polo. “La sinistra, lo dico con grande franchezza e amarezza, è ormai maggioranza in questo paese”
17.19 “Cicchitto ha paura del voto sull’odg del Pdl e non lo mette in votazione”, scrive Sarubbi su Twitter.
17.15 Il deputato del PD Andrea Sarubbi su Twitter racconta che l’odg del PD sui ministeri è stato approvato, con l’astensione del PdL e la Lega che preferisce non partecipare al voto, uscendo dall’aula. “Lega umiliata e maggioranza squagliata. Impressionante vedere la maggioranza in ritirata: uno spicchio intero non vota, l’altro si astiene. Mai così da inizio legislatura”.
17.13 Intanto alla Camera si stanno votando alcuni ordini del giorno sulla faccenda dei ministeri, da parte di PdL-Lega, PD, IdV, Terzo Polo. La cosa singolare è che il governo ha dato il proprio sostegno a tutti, nonostante questi siano in conflitto tra loro. Scrive TMNews:
L’odg di Pdl e Lega, impegna il governo “a dare facoltà di istituire nell’ambito dell’autonomia di ciascun ministero sedi di rappresentanza operative individuate secondo principi di economicità e senza che derivino maggiori oneri a carico dello Stato”. Peccato che il testo del Pd esclude invece “ogni ipotesi di delocalizzazione dei ministeri” e nel testo si afferma il ‘no’ anche alla “semplice introduzione di sedi decentrate delle amministrazioni centrali, ipotizzata da alcuni esponenti delle maggioranza”. Nella stessa direzione va l’odg dell’Idv, a prima firma Antonio Di Pietro, dove si impegna il governo “a non considerare l’ipotesi di trasferimento dei ministeri, dei relativi dipartimenti e dei dipartimenti della presidenza del Consiglio, il quale risulterebbe in contrasto con la disciplina inerente a Roma capitale ed avrebbe quale conseguenza un aggravvio dei conti di finanza pubblica”. Ok anche all’odg del terzo Polo che impegna l’esecutivo a “non trasferire le sedi dei ministeri lasciando inalterata, anche nella sua ubicazione territoriale, l’attuale struttura organizzativa dell’amministrazione centrale, riaffermando il ruolo di Roma, capitale d’Italia, come sancito dalla Costituzione”.
17.10 “Secondo un proverbio russo nessuno mai fu impiccato con i soldi in tasca”
17.09 Li Gotti dice “il popolo delle partite IVE” e si guadagna sul campo la ricandidatura con l’Italia dei Valori.
17.08 Anche Li Gotti ha il foglietto e ogni tanto si impiglia nella lettura, specie su “reiteratamente”.
17.07 Parla Li Gotti dell’Italia dei Valori ed esordisce spiegando che ha dato un titolo al suo intervento: “L’esercizio del potere e l’arte del governo”.
17.06 Poli Bortone conclude chiedendo a Berlusconi di risponderle “con l’onestà che le è consueta”
17.05 Anche la presidenza dorme: Poli Bortone aveva cinque minuti e ha già parlato dieci minuti senza un solo richiamo.
17.03 Intanto alla Camera si sta discutendo un ordine del giorno sul trasferimento di “sedi di rappresentanza” dei ministeri al Nord. Il PdL e la Lega dovrebbero aver trovato un accordo stanotte.
17.00 Il discorso di Adriana Poli Bortone sta dando il colpo di grazia alla seduta.
16.57 Poli Bortone ricorda che Berlusconi, in tutto il suo discorso, non ha parlato di quello che fino a ieri sembrava il tema più caro alla Lega: il trasferimento dei ministeri al Nord.
16.55 Parla Adriana Poli Bortone, la prima col foglietto.
16.52 Questa di Bodega sembra quasi un’ammissione di colpa, sentita da chi fa opposizione anche quando sta al governo: “da due decenni la Lega detta il calendario politico del Paese”
16.50 Parla Bodega, senatore della Lega Nord, secondo cui da Pontida scaturisce una “svolta decisiva”. Intanto qualcuno chiacchiera ed Emma Bonino, che nel frattempo ha assunto la presidenza dell’aula, interviene per mettere ordine. Clima da ultimo giorno di scuola.
16.49 Il centrodestra deve avere avuto ordine di non reagire mai. Anche l’opposizione finora non ha applaudito Pardi nemmeno una volta. L’aula pare narcotizzata.
16.48 Pardi gliene sta dicendo di tutti i colori ma considerato il tono molto tranquillo della seduta finora il suo attacco suona fuori registro, una specie di assalto a freddo.
16.46 Parla Pardi dell’Italia dei Valori e parte in quarta: “Lei ha inquinato la vita politica italiana, lei è stato un doppio disastro”
16.41 Ora parla Emma Bonino, sulle carceri. Marco Pannella è in sciopero della fame da due mesi per protestare contro le condizioni delle carceri italiane.
16.39 Finisce il discorso, applaudono i deputati della maggioranza. Un discorso che poteva essere fatto uguale uno o due anni fa. Nessuna particolare autocritica rispetto ai recenti risultati elettorali ma molte aperture all’opposizione. E un sacco di promesse sulle tasse, come da vent’anni a questa parte.
16.37 Grandi elogi per Bossi, attenzioni a Pontida, rivendicazione dell’alleanza con la Lega. E una nuova apertura all’opposizione. Il PresdelCons ci tiene a non stuzzicare l’opposizione e non avere guai.
16.35 Berlusconi commenta il risultato dei referendum e dice che l’abbandono del nucleare impone “una nuova strategia energetica”.
16.30 Discorso molto pacato e persino noioso, visti gli standard a cui siamo abituati. Da uomo di Stato, o almeno da uno che ci prova: a naso, conoscendo lo stile, sembra scritto da Giuliano Ferrara. Ha ottenuto tre applausi in mezz’ora: molto poco. Ma anche l’opposizione ha rumoreggiato pochissimo, quasi mai.
16.29 “I cittadini devono sentire che ciò che lo Stato chiede loro non è sproporzionato, non è eccessivo. Ridisegneremo le aliquote, gli scaglioni e le detrazioni. Ci saranno solo tre aliquote e più basse. Un sistema di detrazioni più pulito e trasparente”
16.27 “In questi giorni si è accreditata l’idea surreale di una spaccatura nel governo: si tratta di una rappresentazione grottesca. Noi siamo tutti convinti, tutti, che non si può aumentare il disavanzo pubblico”
16.26 “In totale, in questi tre anni di legislatura, abbiamo messo a disposizione 80 miliardi di euro al sistema produttivo: queste sono azioni concrete, questi sono fatti, e ringrazio tutti gli italiani che hanno fatto sacrifici e hanno lavorato duramente per superare questo momento di crisi”. Terzo applauso.
16.25 “Gli ammortizzatori sociali hanno evitato centinaia di migliaia di licenziamenti”
16.24 “Abbiamo servizi digitali all’avanguardia in Europa”
16.23 “Abbiamo combattuto le mafie con risultati mai conseguiti prima”
16.22 “Il nostro sistema pensionistico è uno dei più stabili dell’Unione Europea”
16.21 “Sono le eredità negative che ci fanno crescere meno della media europea”
16.19 Grandi elogi per Tremonti e la politica economica del Governo.
16.18 “Quando si guarderà a questi anni di governo con animo meno acceso, non si potrà non riconoscere che siamo riusciti a fare quello che altri paesi non hanno avuto la capacità o la fortuna di riuscire a fare”
16.17 “Non voglio rimanere per sempre a Palazzo Chigi. Voglio però fortissimamente lasciare all’Italia, come mia eredità politica, un grande partito ispirato al PPE. Un partito forte, trasparente, democratico, che sia il baluardo primo della democrazia e della libertà”. Qui il secondo applauso.
16.16 “L’opposizione può dare un importante contributo all’elaborazione di misure di rigore. Ho sempre auspicato l’ingresso nella maggioranza dei settori più moderati dell’opposizione, di quelli che si riconoscono nel Partito Popolare Europeo. Anche se a questa proposta è stato offerto un Sì subordinato alla mia uscita di scena”
16.15 “La sinistra può affinare la sua propaganda, può raccogliere qualche voto in più di protesta, può organizzare il sabotaggio a suon di fischi dei nostri incontri pubblici, ma una cosa è certa: le tre o quattro opposizioni esistenti in aula e nel paese sono profondamente divise tra loro e non sono in grado di esprimere un leader o un programma”
16.14 “Non esiste alcuna alternativa a questo governo e a questa maggioranza”
16.13 “Le locuste della speculazione aspettano solo l’occasione giusta per colpire le prossime prede. Se il governo cadesse dovremmo alzare i costi della sanità e della cultura. Sarebbe una sciagura non per Silvio Berlusconi ma per l’Italia”. Qui arriva il primo applauso.
16.12 “Eviteremo certamente di finire come altri paesi europei che si stanno dissanguando per sopravvivere”
16.11 Finora nemmeno un applauso dall’aula, nemmeno dal centrodestra.
16.09 “Alcuni dei parlamentari che sono stati usciti dalla maggioranza dopo essere stati eletti in una lista col simbolo ‘Berlusconi presidente’ ora fanno dell’antiberlusconismo la loro ragione di vita. Erano bipolaristi e ora fanno parte del Terzo polo”
16.08 “Il 14 dicembre 2010 abbiamo scongiurato una manovra di palazzo”
16.07 “Abbiamo il massimo rispetto per il responso delle urne: nessuno di noi minimizza”
16.07 “Considero le richieste di dimissioni un mero esercizio di propaganda”
16.06 “Voglio ribadire la nostra ferma intenzione di completare il programma di governo per il 2013 arrivando alla scadenza naturale della legislatura”
16.05 “Sono certo che il governo uscirà rafforzato da questo passaggio parlamentare”
16.03 Promemoria: il voto di stamattina alla Camera non è collegato alla verifica parlamentare, bensì al decreto sviluppo. La verifica si terrà alla Camera domani.
16.02 Il segretario d’aula sta leggendo il processo verbale, relativo alla precedente seduta.
16.01 Programma: Berlusconi parlerà per circa 40 minuti, poi le dichiarazioni dei capigruppo. Salvo sorprese, non ci sarà alcun voto: l’opposizione ha preferito non presentare mozioni di sfiducia per non ricompattare la maggioranza.
15.59 Si comincia tra poco: i lavori si possono seguire in streaming qui oppure in diretta su Raiuno.
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A partire dalle 16 in Senato si terrà la verifica parlamentare chiesta al Governo dal presidente della Repubblica. La verifica si deve al rimpasto che ha portato al Governo e nella maggioranza deputati e senatori che erano stati eletti nelle file dell’opposizione, rendendo opportuno un passaggio parlamentare. Ma arriva dopo le sconfitte del centrodestra alle amministrative e ai referendum e quindi rappresenta il primo test sulla stabilità della maggioranza dopo quanto accaduto nelle ultime settimane. Al Senato il Governo non ha problemi di numeri e non è detto nemmeno che alla fine si voti (l’opposizione, infatti, non vuole regalare a Berlusconi una vittoria facile). Ma sarà interessante vedere cosa dirà il PresdelCons dopo le richieste fatte dalla Lega a Pontida: cosa dirà della questione dei ministeri, sui quali sarebbe stato trovato un accordo con la Lega, cosa dirà della guerra in Libia, cosa dirà ai Responsabili che vogliono altre nomine di governo. Il Post seguirà i lavori del Senato con un liveblogging.
La verifica proseguirà domani alla Camera, sempre preceduta da un discorso di Silvio Berlusconi. Sempre alla Camera stamattina il Governo ha ottenuto la fiducia sul cosiddetto decreto sviluppo. A favore della fiducia hanno votato 317 deputati, la maggioranza assoluta, mentre contro hanno votato in 293. Alla maggioranza sono mancati i voti di Massimo Calearo, Calogero Mannino e Carmelo Porcu. Nell’opposizione non hanno votato Francesco Di Vella, Gianfranco Paglia, Mirko Tremaglia e Andrea Ronchi per i finiani; Angelo Lombardo e Ferdinando Latteri per il Movimento dell’Autonomia; Antonio Gaglione per il gruppo misto; Daniela Melchiorre e Italo Tanoni per i liberaldemocratici; Luca Volonté, Riccardo Merlo e Pietro Marcazzan per l’UdC; Piero Fassino ed Elisabetta Zamparutti per il PD. Si sono astenuti i due deputati della SVP Karl Zeller e Sigfried Brugger.