Al Zawahiri è il nuovo capo di al Qaida
Era il numero due di Bin Laden, pochi giorni fa ha promesso guerra all'Occidente
Il medico egiziano Ayman al-Zawahiri è il nuovo capo di al Qaida, secondo l’annuncio dato da un sito web affiliato all’organizzazione terroristica e poi ripreso dalla televisione araba Al Arabiya. Zawahiri era da tempo il numero due di Bin Laden e poche settimane fa aveva giurato che avrebbe continuato la lotta contro l’Occidente. Nessuno sa dove si trovi in questo momento.
Dopo la morte di Bin Laden, ucciso lo scorso 2 maggio dalle forze speciali Usa in un blitz in Pakistan, Ayman al-Zawahiri era stato subito indicato come il suo più probabile successore. Lo scorso 8 giugno era apparso in un video in cui giurava di portare avanti il jihad «contro gli invasori delle terre musulmane» nel nome di «una nazione ribelle che si è risvegliata dal sonno». Il messaggio era stato interpretato come la prima reazione pubblica di al Qaida alla morte di bin Laden. L’intelligence americana ritiene che Zawahiri sia tra le menti dietro gli attentati in Kenya e Tanzania del 1998 e l’FBI ha messo una taglia di 25 milione di dollari per chi può fornire informazioni che portino alla sua cattura.
Ayman al-Zawahiri ha 59 anni e proviene da una ricca famiglia egiziana di medici e magistrati. Suo padre era un professore di farmacologia all’Università del Cairo e suo nonno era l’imam dell’Università Al-Azhar, uno dei centri più importanti per lo studio della religione islamica. A quattordici anni entrò a far parte dei Fratelli musulmani, il gruppo radicale sunnita che ha ispirato Osama Bin Laden sin dall’inizio dei suoi studi, e fu tra le centinaia di persone arrestate a seguito dell’assassinio del presidente egiziano Anwar al Sadat, il 6 ottobre del 1981. Uscito di carcere, si unì alla resistenza dei mujaheddin in Afghanistan contro l’allora Unione Sovietica e lì conobbe Bin Laden.
È sempre stato molto vicino a Bin Laden, ma le scelte strategiche più importanti della storia di al Qaida sono comunque state prese dall’ex leader yemenita. La decisione di prendere di mira gli Stati Uniti, per esempio, fu presa da Osama bin Laden proprio in opposizione alla linea di Zawahiri, il cui obiettivo principale invece era il rovesciamento del governo egiziano. Noman Benotman, un combattente libico che ha passato molto tempo parlando con entrambi i leader di al Qaida, ha detto: «Osama ha influenzato molto Zawahiri con la sua idea: Dimenticati del “nemico vicino” e concentrati sul “nemico lontano”». Inoltre Bin Laden aveva tenuto Zawahiri all’oscuro della pianificazione degli attentati dell’undici settembre almeno fino all’estate del 2001.