Manifestazioni e scontri in Grecia
Giornata di protesta contro le misure di austerità ad Atene, si temono nuovi scontri tra polizia e manifestanti
Aggiornamento delle 14.30
Le proteste e le manifestazioni continuano in buona parte del paese e ad Atene si sono registrati scontri con le forze dell’ordine. Alcuni manifestanti hanno lasciato il corteo e si sono messi a lanciare pietre e bombe incendiarie contro la polizia davanti al palazzo del Parlamento. Gli agenti hanno risposto lanciando lacrimogeni per respingere la carica dei violenti e mantenere l’ordine in piazza, dove si stima ci siano più di ventimila persone.
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I due più importanti sindacati della Grecia hanno indetto per oggi uno sciopero generale che probabilmente paralizzerà il paese, a partire dal sistema dei trasporti pubblici. La protesta è contro il piano di tagli previsto dal governo guidato dai socialisti per contenere gli effetti della crisi economica. Uffici governativi e scuole sono chiusi, mentre gli ospedali lavorano solamente per gestire le emergenze. I servizi portuali e quelli dei trasporti sono interrotti e anche i giornalisti sono in sciopero. Gli organizzatori confidano che alle manifestazioni partecipino anche i commercianti e i piccoli imprenditori.
La Confederazione generale dei lavoratori greci (GSEE) e la Confederazione dei sindacati dei funzionari pubblici (ADEDY) hanno organizzato una grande manifestazione ad Atene e le autorità temono che ci possano essere disordini, come accaduto negli ultimi mesi in occasioni di proteste simili. In città la presenza delle forze dell’ordine è stata intensificata per ragioni di sicurezza. I sindacati chiedono la revisione delle decisioni assunte dal governo per affrontare il tracollo economico del paese.
Il Parlamento della Grecia sta iniziando la discussione di un piano quinquennale da 28 miliardi di euro, promesso all’Unione Europea e al Fondo Monetario Internazionale per ridurre la spesa e gli sprechi. Dal piano dipenderà probabilmente la possibilità di ottenere i finanziamenti esteri necessari per evitare la bancarotta e salvare i conti dello stato. Insieme al piano di tagli, il governo vuole varare un progetto molto ambizioso di privatizzazione di numerosi settori, operazione dal valore stimato di 50 miliardi di euro. I piani per il risanamento passano anche attraverso nuove imposte e tagli consistenti al settore pubblico.
Il governo greco non ha molte alternative, eppure al suo interno negli ultimi mesi è cresciuto sensibilmente il dissenso da parte di esponenti della maggioranza. Dal Partito Socialista si sono dimessi due esponenti, cosa che ha portato a numeri più ristretti per la maggioranza che sostiene il governo in Parlamento. L’esecutivo ha l’appoggio di 155 dei 300 membri del Parlamento, ma le defezioni potrebbero ridurre la maggioranza.
Nelle prime ore della giornata, i cittadini scesi in piazza per protestare hanno cercato di formare un cordone umano intorno all’edificio del Parlamento per impedire ai parlamentari di entrare e di iniziare la discussione dei piani di salvataggio della Grecia. La polizia ha bloccato diverse strade intorno all’area del Parlamento e ha creato un corridoio di sicurezza, attraverso il quale i parlamentari sono potuti entrare nell’edificio. Il crescente scontento potrebbe spingere il primo ministro, George Papandreou, a dare le dimissioni e a far indire elezioni anticipate. Questa soluzione potrebbe però rivelarsi dannosa per il paese, che ora ha bisogno di stabilità per affrontare i propri enormi problemi economici.