La Libia e le Olimpiadi di Londra
Il comitato olimpico guidato dal primogenito di Gheddafi ha ricevuto centinaia di biglietti per i Giochi della prossima estate, generando critiche e preoccupazioni
La prossima estate a Londra ci saranno le Olimpiadi e in questi mesi il comitato organizzatore, tra le altre molte cose, ha inviato accrediti e inviti ai paesi che con le loro delegazioni parteciperanno ai giochi. Diverse centinaia di biglietti per Londra 2012 sono stati assegnati anche alla Libia, con una scelta che potrebbe complicare le relazioni diplomatiche della Gran Bretagna.
Il Comitato olimpico della Libia infatti è guidato da Muhammad Gheddafi, il figlio primogenito del dittatore che i ribelli stanno cercando di rovesciare con una difficile guerra e con il sostegno della NATO. Il comitato organizzatore di Londra ha consegnato gli accrediti ma si è per ora rifiutata di comunicare il loro numero esatto: «Al Comitato olimpico nazionale della Libia, non a una singola persona, sono state assegnate alcune centinaia di biglietti (non migliaia) per i quali sarà responsabile nella distribuzione degli stessi tra gli atleti e le organizzazioni sportive del paese».
Gli organizzatori di Londra 2012 non potevano del resto fare altrimenti: il regolamento del Comitato Olimpico Internazionale prevede che gli accrediti siano concessi a tutti gli stati membri dell’organizzazione che ne fanno richiesta. Il Comitato olimpico della Libia non è stato ancora sospeso perché di solito questa procedura viene avviata quando i comitati stessi non sono più in grado di funzionare.
Muammar Gheddafi e molti altri esponenti del regime non possono viaggiare liberamente negli altri paesi e ci sono anche di mezzo alcuni mandati d’arresto spiccati dalla Corte internazionale dell’Aia. Non è quindi ancora chiaro come saranno utilizzati gli accrediti e i biglietti, ma sicuramente molto dipenderà da come andranno le cose in Libia, dove la guerra continua dallo scorso marzo.
Tra gli altri stati che potevano far richiesta per biglietti e accrediti c’era anche la Siria, paese dove ci sono quasi quotidianamente manifestazioni contro il regime, che risponde con la violenza contro chi protesta. Sembra però che la Siria non abbia fatto richiesta per gli accrediti, cosa che hanno invece fatto Zimbabwe e Myanmar. Gli organizzatori ricordano comunque che il grande evento sportivo non deve essere confuso con la politica, ma la distinzione non è sempre così immediata.