I dispetti del Pakistan agli Stati Uniti
L'intelligence pakistana ha arrestato gli informatori che aiutarono la CIA a trovare Osama bin Laden
L’intelligence pakistana ha arrestato alcune delle persone che hanno passato informazioni alla CIA in occasione della caccia al leader di al Qaida, Osama bin Laden. Lo scrive il New York Times citando funzionari del governo americano e indicando l’episodio come una nuova prova della tensione dei rapporti tra Stati Uniti e Pakistan. Gli informatori in questione sarebbero cinque e tra questi ci sarebbe un dirigente dell’esercito pakistano che avrebbe copiato le targhe delle auto dirette al rifugio di Osama bin Laden ad Abbottabad nelle settimane precedenti al blitz. Secondo le fonti del New York Times, il direttore della CIA Leon Panetta avrebbe chiesto informazioni sulla sorte delle cinque persone nel corso della sua recente visita a Islamabad.
Il blitz degli Stati Uniti ai danni di bin Laden e il fatto che questo vivesse indisturbato ad Abbottabad ha compromesso la reputazione e la credibilità dell’esercito e del governo pakistano come interlocutore riguardo la lotta ad al Qaida. Il Pakistan ha reagito con insofferenza a questo genere di accuse, prendendo le distanze dalle operazioni statunitensi sul suo territorio e deludendo chi a Washington pensava che la morte di bin Laden avrebbe accelerato anche l’impegno del governo pakistano nella caccia ai terroristi.
In questa vicenda si incastrano anche altre due questioni. La prima è quella dei droni, gli aerei senza pilota coi quali da mesi gli Stati Uniti attaccano centri di addestramento e rifugi di al Qaida in Pakistan. Il governo ha minacciato di porre maggiori restrizioni sull’utilizzo del suo spazio aereo. La seconda rimane quella dell’affidabilità dell’intelligence pakistana nella lotta ad al Qaida, al di là della sua volontà. Durante la sua recente visita in Pakistan, Leon Panetta ha mostrato all’intelligence pakistana alcune fotografie satellitari indicando due edifici usati dai terroristi per assemblare armi e bombe. Quando l’esercito pakistano è intervenuto, diversi giorni dopo, i terroristi erano scappati da tempo, forse avvertiti da qualcuno. La reazione del governo americano è stato bloccare un pagamento da 300 milioni di dollari previsto come rimborso per le spese militari del Pakistan in Afghanistan.
foto: AAMIR QURESHI/AFP/Getty Images