Il giorno in cui Dio ha consegnato la Torah
Le foto del pellegrinaggio dei samaritani in Cisgiordania
Domenica molti samaritani si sono recati in pellegrinaggio sul Monte Garizim, vicino a Nablus in Cisgiordania, per festeggiare lo Shavuot, una delle più importanti festività della religione ebraica. Lo Shavuot celebra il giorno in cui Dio consegnò la Torah a Mosé sul Monte Sinai, e come la Pentecoste dei cristiani viene calcolato 50 giorni dopo la Pasqua. È chiamato anche Festa delle Settimane o della Mietitura, perché nell’antichità i fedeli si recavano in pellegrinaggio al tempio di Gerusalemme e offrivano a Dio i primi frutti del raccolto e i primi animali nati nel gregge. La notte di Shavuot viene trascorsa leggendo passi della Torah, in particolare il libro di Ruth. Molte comunità preparano per l’occasione cibi a base di latticini e decorano le loro case con fiori e rami di palme.
I samaritani sono una comunità ebraica poco numerosa: un censimento nel 2007 ne contava poco più di 700, residenti soprattutto nella cittadina di Kiryat Luza, vicino a Nablus, e nella città di Holon a sud di Tel Aviv. Si considerano i discendenti degli ebrei che non vennero deportati in Mesopotamia dagli Assiri, nel 722 a.C. Gli assiri avevano infatti invaso il Regno d’Israele, tra cui la Samaria, e deportato oltre 27 mila persone sostituendole con popolazioni pagane. Gli ebrei rimasti in Samaria assimilarono i nuovi arrivati rimanendo fedeli al culto di Yahweh, e costruirono un tempio sul Monte Garizim abbandonando quello di Gerusalemme, che era in rovine. Nel 538 Ciro il Grande permise agli ebrei esiliati a Babilonia di fare ritorno in Samaria e di ricostruire il tempio di Gerusalemme. Molti di loro non vedevano di buon occhio i samaritani, accusandoli di essersi mischiati a popolazioni pagane; a loro volta i samaritani iniziarono ad accusarli di essersi allontanati dal culto originale e di averlo traviato. L’ostilità tra le due comunità non si è mai sanata del tutto.