Un altro terremoto a Christchurch
Nuove scosse di terremoto in Nuova Zelanda: nessun morto, ma moltissimi danni alla città già devastata dalla scossa di febbraio
Alle 14:20 (ora locale, 3:20 in Italia) di oggi un altro terremoto ha colpito Christchurch, la città più importante dell’isola meridionale della Nuova Zelanda. È il terzo forte terremoto nell’arco di pochi mesi: come il primo, del 4 settembre 2010, non ha causato vittime ma solo qualche ferito e danni alla città, soprattutto nella cosiddetta red zone, l’area più centrale.
La red zone era stata già danneggiata terribilmente dal terremoto del 22 febbraio, più forte (magnitudo 6.3) e devastante (181 i morti e oltre 1.500 i feriti): questa nuova scossa, di magnitudo 6.0 (seguita da una seconda, poco dopo, di magnitudo 5.5, e da una serie di altre scosse minori che continueranno anche nei prossimi giorni) ha colpito quindi edifici e strade in condizioni molto precarie. Il sindaco di Christchurch ha definito la zona in stato «disastroso». «I danni aggiuntivi sono molto rilevanti, ma ce lo aspettavamo.», ha dichiarato al NZ Herald.
La parte più difficile per i cittadini di Christchurch sarà affrontare questa notte: il sistema idrico della città era già precario, e il terremoto di oggi ha causato allagamenti e il crollo nella pressione dell’acqua. Danni anche alla rete elettrica: oltre 50.000 abitazioni sono senza luce, e il disagio continuerà sicuramente fino a domani. Per l’occasione sono stati attrezzati immediatamente centri esterni di accoglienza e di gestione delle emergenze, mentre i cittadini sono stati invitati a non sprecare l’acqua e a mantenere la calma durante le scosse minori che continueranno per un breve periodo.
Tra i danni più rilevanti: è crollato un ponte in seguito alla prima scossa, e gli altri sono stati chiusi per sicurezza; la Lyttelton Timeball Station, edificio storico di Christchurch già danneggiato dal terremoto di febbraio, è crollato; gli allagamenti e i crolli hanno portato anche al danneggiamento di linee telefoniche ed elettriche.