L’attacco informatico contro il FMI
Il Fondo Monetario Internazionale è stato colpito da un "largo e significativo" attacco informatico, la settimana scorsa
Il Fondo Monetario Internazionale, colpito già qualche settimana fa dall’arresto del suo ormai ex direttore, Dominique Strauss-Kahn – si trova adesso a fare i conti con un’altra grana non da poco, racconta il New York Times: un vasto e sofisticato attacco informatico le cui dimensioni sono ancora ignote. Il Fondo controlla e gestisce informazioni finanziarie sui paesi di tutto il mondo e i suoi server contengono dati sensibili e riservati sulle condizioni economiche e fiscali di moltissime nazioni. I dirigenti del FMI sarebbero stati messi a conoscenza dell’attacco mercoledì e non hanno fatto alcun annuncio pubblico.
La stampa internazionale però ha sentito vari impiegati e funzionari del FMI, che hanno confermato di essere a conoscenza dell’attacco e di considerarlo “grave e sofisticato”. Venerdì un portavoce del FMI, David Hawley, ha evitato di commentare quanto accaduto limitandosi a specificare che si sta “indagando su un incidente” e che “il Fondo è pienamente operativo”. Secondo Bloomberg al FMI sarebbero convinti che dietro l’attacco ci sia un qualche governo straniero.
Negli ultimi mesi il Fondo Monetario Internazionale è stato al centro dei programmi di bailout e salvataggio delle economie di Portogallo, Grecia e Irlanda, e possiede informazioni sensibili su molti altri paesi sull’orlo della crisi: i dati contenuti nel suo database possono essere utilizzati per modificare gli orientamenti del mercato o anche per colpire questo o quel leader politico, dato che il Fondo Monetario tiene traccia anche delle trattative private con i governi delle nazioni che contrattano gli aiuti internazionali. Un funzionario ha detto al New York Times che quelle trattative e quegli accordi “in molti paesi sono praticamente dinamite politica”.
Non è chiaro a quali informazioni abbiano avuto accesso gli autori dell’attacco informatico, ma molte testate internazionali danno per scontato che sia stato significativo: un’ulteriore conferma in questo senso arriverebbe dalla decisione della Banca Mondiale di togliere dalla Rete i computer che l’istituzione condivide col Fondo Monetario Internazionale per condividere dati e informazioni. Secondo il New York Times, gli attacchi sarebbero stati portati a termine con una tecnica chiamata “spear phishing”: un impiegato che aveva accesso ai dati riservati avrebbe aperto un link contenuto in un’email ingannevole, visitando così una pagina web malevola e avviando un programma che ha aperto l’accesso all’intero network.
foto: SAUL LOEB/AFP/Getty Images