La fuga dalla Siria
Il governo manda i carri armati anche a Jisr al-Shughr, migliaia di persone stanno scappando verso la Turchia
Più di 2.400 siriani si sono rifugiati oltre il confine con la Turchia per fuggire dagli scontri che negli ultimi tre mesi hanno fatto più di 1.100 morti. L’esodo è aumentato notevolmente nel corso dell’ultima settimana, dopo che mercoledì il primo ministro turco Recap Tayyp Erdogan ha assicurato che il suo paese non avrebbe «chiuso le porte ai rifugiati siriani» e chiesto al presidente della Siria Bashar Assad di «cambiare atteggiamento».
La maggior parte degli ultimi rifugiati arrivati in Turchia proviene da Jisr al-Shughr, dove il governo oggi ha iniziato a condurre una feroce rappresaglia in risposta all’uccisione di 120 membri delle forze di sicurezza all’inizio di questa settimana. I manifestanti sostengono che i 120 agenti sono invece stati uccisi dagli stessi militari del governo, perché si erano rifiutati di sparare sui civili. Il governo turco ha dato disposizioni affinché le forze di sicurezza poste a presidiare il campo di accoglienza dei rifugiati impediscano loro di parlare con i giornalisti.
Negli ultimi giorni hanno iniziato a girare molto in rete alcuni video che mostrano le violenze dei soldati dell’esercito siriano contro i manifestanti antigovernativi. Ieri la Russia si è opposta alla proposta di Francia, Gran Bretagna, Germania e Portogallo di far approvare una risoluzione ONU contro la Siria. Il portavoce del ministero russo degli Esteri, Aleksandr Lukashevish, ha detto che «la situazione in Siria non rappresenta per noi una minaccia alla sicurezza e alla pace del mondo» e che una risoluzione delle Nazioni Unite potrebbe portare a una «escalation ancora peggiore della situazione interna a Damasco».