Cina e Vietnam litigano in mare
Si contendono le acque intorno alle isole Spratly, che potrebbero essere ricche di gas e petrolio
La disputa tra Cina e Vietnam sulle acque del Mar Cinese Meridionale si è notevolmente intensificata nelle ultime ore. Oggi la Cina ha accusato il Vietnam di avere «gravemente violato» la sua sovranità nazionale dopo che il governo vietnamita aveva a sua volta accusato una nave cinese di avere sabotato deliberatamente una delle sue navi.
La Cina è da tempo impegnata con diversi paesi asiatici in varie dispute sulle acque del Mar Cinese Meridionale, che oltre a essere una via di comunicazione strategicamente molto importante per le economie dei paesi che ci si affacciano, potrebbe contenere ricchi giacimenti di petrolio e gas. Filippine, Malesia, Brunei e Taiwan hanno tutti nel corso del tempo avanzato le proprie rivendicazioni territoriali.
Il portavoce del ministro degli Esteri cinese, Hong Lei, ha detto che ieri alcune navi cinesi sono state avvicinate indebitamente da navi vietnamite. Una delle navi cinesi sarebbe rimasta incastrata nei cavi di una nave vietnamita che stava conducendo esplorazioni sul fondale marino. La nave vietnamita avrebbe continuato a trascinare quella cinese per un’ora, finché l’equipaggio avrebbe deciso di tagliare i cavi. Il governo cinese insiste che le navi vietnamite stavano operando illegalmente nell’area.
«Conducendo esplorazioni illegali nelle acque intorno all’arcipelago delle Spratly e cacciando navi che battevano bandiera cinese, il Vietnam ha gravemente violato la sovranità della Cina. Chiediamo che interrompa subito tutte le violazioni e non faccia niente che possa complicare ulteriormente la disputa», ha detto Hong. Poco prima il governo vietnamita aveva invece accusato una nave cinese di avere intenzionalmente arpionato i cavi di una delle loro navi, descrivendolo come un piano premeditato per estendere il controllo della Cina sulle acque di quella zona.
L’ambasciatore cinese per le Filippine, Liu Jianchao, ha detto che la Cina vuole risolvere la disputa pacificamente, ma che dal momento che non sta conducendo nessuna esplorazione sui fondali contesi nessun altro paese dovrebbe farlo. «Ci appelliamo a tutte le parti affinché interrompano le loro esplorazioni nelle aree rivendicate dalla Cina. Non useremo mai la forza a meno di non essere attaccati». Lo scorso marzo anche il governo delle Filippine aveva accusato la Cina di avere intenzionalmente attaccato due sue navi che stavano conducendo un’esplorazione. Vietnam, Indonesia e Filippine hanno chiesto più volte una risoluzione multilaterale. Il governo di Pechino finora ha sempre respinto la possibilità di coinvolgere gli Stati Uniti come mediatori della disputa territoriale, dicendo che preferisce risolvere le questioni separatamente con ogni stato.