I numeri dello tsunami in Giappone
Sono passati tre mesi, sono stati contati 15.635 morti: le altre cifre e dati
11/03/2011 è il giorno in cui si è verificato un forte terremoto nel Giappone settentrionale, che ha causato forti onde anomale che si sono abbattute sulle coste, distruggendo villaggi e città nell’entroterra.
14:46:23 è l’ora in cui si è verificato il terremoto.
9 è la magnitudo che ha raggiunto, a una profondità di circa 32 chilometri.
600 milioni è l’intensità del sisma paragonata all’energia prodotta dalla bomba atomica sganciata su Hiroshima.
10 è l’altezza in metri che le onde anomale hanno mediamente raggiunto quando hanno raggiunto le coste, in alcune zone ci sono state onde di 14 metri.
1.235 sono le scosse che hanno composto lo sciame sismico.
15.365 sono i morti fino a ora accertati.
5.363 le persone rimaste ferite.
8.206 quelle ancora disperse.
300mila sono i rifugiati e gli sfollati ospitati nei centri di accoglienza allestiti principalmente nella regione di Tōhoku.
40mila sono le abitazioni temporanee che il governo ha allestito o sta allestendo per svuotare i centri di accoglienza e offrire migliori condizioni di vita agli sfollati.
122 miliardi di dollari è il costo stimato per superare l’emergenza, ma secondo il governo giapponese per tornare alla normalità servirà oltre il doppio del denaro.
23.600 ettari di campi agricoli sono stati seriamente danneggiati dalle onde anomale e il sale portato dall’acqua marina potrebbe renderli inutilizzabili per anni.
9 barche su 10 sono state danneggiate e rese inutilizzabili dallo tsunami nelle aree di Miyagi, Iwate e Fukushima, dove la pesca è una delle più importanti risorse economiche.
Mezzo milione di cittadini stranieri che si trovavano in Giappone hanno abbandonato il paese in seguito al terremoto e all’emergenza atomica di Fukushima I.
7 è il livello di gravità dichiarato sulla scala INES, la scala internazionale degli eventi nucleari e radiologici, per l’incidente di Fukushima.
770mila terabecquerel sono stati rilasciati nell’atmosfera in seguito all’incidente nell’impianto nucleare, circa il 15% di quelli che furono emessi in seguito al disastro di Chernobyl.
20 chilometri è il raggio minimo di sicurezza da non superare per evitare le radiazioni emesse dall’impianto danneggiato di Fukushima I.
80mila sfollati non possono tornare nelle loro abitazioni perché troppo vicine alla centrale nucleare.
130 paesi e almeno 30 organizzazioni internazionali hanno offerto il loro aiuto per la gestione dell’emergenza e della ricostruzione in Giappone.