Il processo a Berlusconi al Capranica
L'iniziativa organizzata dal direttore del Foglio per ridare ossigeno al PdL è sembrata piuttosto staccare la spina: e il PresdelCons non è arrivato
«È difficile che un tacchino si precipiti nella pentola», ha detto Maurizio Belpietro per esprimere la sua diffidenza sulla disponibilità di Silvio Berlusconi a tenere delle primarie nel PdL. La riunione di giornalisti e direttori simpatizzanti di Silvio Berlusconi organizzata al teatro Capranica da Giuliano Ferrara e dal Foglio si è risolta nel primo vero processo interno del berlusconismo («Ferrara sta mettendo in scena un regicidio», ha detto Alessandro Sallusti»).
L’iniziativa – “Festa per il caro amico Silvio”, con sagoma di cartone del PresdelCons sul palco – era una nuova tappa della campagna del “colpo d’ala” e del rilancio del PdL lanciata da Ferrara dopo le recenti sconfitte elettorali, con al centro la promozione delle primarie nel partito di Berlusconi. Ferrara ha aperto il dibattito con una lunga introduzione molto critica sulla sconfitta del centrodestra alle elezioni e sulla sua perdita di energia, insistendo su maggiore democrazia e maggiore competizione per le leadership, chiedendo esplicitamente a Roberto Formigoni di superare il suo decennale tentennamento e “varcare il Rubicone”. Dopo Ferrara ha parlato Mario Sechi, direttore del Tempo, ancora più severo nei confronti del PdL e della sua ostilità alle qualità e alle competenze. Sechi ha poi insistito molto sulla capacità di mobilitazione messa in campo dal centrosinistra su internet e su come gli utenti della rete diverranno elettori motivati come lo sono diventati a suo tempo gli spettatori della tv.
Ferrara ha poi dato la parola a Marina Terragni, collaboratrice del Foglio presentata come “femminista e di sinistra”, che ha avuto parole pesantissime sulla fine di Berlusconi e sul ruolo delle donne che hanno deciso di abbandonarlo, ricevendo fischi e contestazioni dalla sala che hanno costretto Ferrara a intervenire in sua difesa, ma sottolineando lui stesso come l’intervento di Terragni lo avesse spiazzato e fosse “una provocazione”. Anche Maurizio Belpietro ha difeso Terragni (che peraltro non sembrava particolarmente turbata) e ha poi condiviso le critiche degli altri intervenuti, aggiungendo però il suo grande scetticismo sulle capacità del PdL di avviare delle primarie. Poi ha parlato brevemente Daniela Santanché dicendo di non credere che le primarie siano una soluzione e rinnovando la sua fiducia in Silvio Berlusconi.
Ritanna Armeni, altra giornalista di sinistra, e senz’altro antiberlusconiana, ha poi avuto la parola per escludere la possibilità che questo governo e questa maggioranza possano uscire dalla loro crisi: “credo che siamo alla fine di un’esperienza politica e culturale che è stata egemone in questo paese per quasi un ventennio”. Anche Armeni ha ricevuto delle contestazioni e dopo di lei hanno parlato Giancarlo Galan, rimpiangendo i vecchi entusiasmi, e Alessandro Sallusti, Piero Sansonetti, Giorgia Meloni, Alessandra Mussolini e Vittorio Feltri. Giuliano Ferrara aveva annunciato l’arrivo di Berlusconi per mezzogiorno, ma alla fine il PresdelCons non si è visto.