Mumin per principianti
Nove tavole dalle «Follie invernali di Mumin», secondo volume della raccolta completa delle strisce di Tove Jansson, pubblicato da Black Velvet
di Sergio Rossi e Omar Martini
Black Velvet ha pubblicato Le follie invernali di Mumin, secondo volume, dopo Mumin e i briganti, della serie di cinque titoli che raccoglie tutte le strisce a fumetti di Tove Jansson. Questa è l’introduzione che ne spiega la storia.
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La prima apparizione di Mumin avvenne nel bagno di casa Jansson dove Tove Jansson si era rifugiata a seguito di una discussione con uno dei suoi due fratelli. Qui scaricò l’arrabbiatura disegnando su una parete quella che per lei era la più brutta creatura mai vista: un piccolo, furente troll con un lungo naso e il corpo simile a quello di un ippopotamo, che chiamò «Snork». Qualche anno dopo Snork comparve accanto alla firma con cui Jansson siglava le vignette e i fumetti che pubblicava nei giornali finlandesi: non era più arrabbiato, e anche il suo naso era diventato più piccolo. Nel 1945 Snork cambiò nome in «Mumin», in ricordo del troll dispettoso che lo zio diceva abitasse nella cucina di casa, e Jansson lo rese protagonista del suo primo romanzo per bambini, Mumin e la grande onda, in cui comparve assieme a Mamma Mumin. A questo seguirono otto libri, popolati da altri personaggi come Papà Mumin, Grugnina, Tabacco, i Fungarelli e tanti altri, amati dai lettori di tutto il mondo.
Tove Jansson nacque il 9 agosto 1914 a Helsinki, capitale della Finlandia, da una famiglia svedese. Entrambi i genitori erano artisti: il padre, Viktor Jansson, era scultore; la madre, Signe Hammarsten-Jansson, illustratrice. Sia Tove che i suoi due fratelli, Per Olov e Lars, seguirono le orme dei genitori: Per Olov divenne fotografo, Lars uno scrittore e fumettista che lavorò a stretto contatto con la sorella. Tove studiò disegno e storia dell’arte a Stoccolma, Helsinki e Parigi; esordì come pittrice e illustratrice, poi come autrice di fumetti e vignette satiriche. Tutta la famiglia passava le estati nelle isole al largo di Stoccolma, dove il padre Viktor portava i figli in giro con delle piccole barche. Dal 1920 gli Jansson si trasferirono per le vacanze nell’isola di Pellinge, in Finlandia, dove in seguito sarebbe andata anche Tove con marito e figli [correzione del Post: Tove Jansson non si sposò mai, né ebbe figli]: sono gli stessi panorami e luoghi in cui sono ambientate le storie dei Mumin i quali, esattamente come la famiglia Jansson, sono innamorati del mare e delle barche. Per esempio, nel romanzo Caccia alla cometa Mumin, Sniff e Tabacco prima attraversano l’oceano in barca per recarsi all’osservatorio astronomico; poi, quando l’avvicinarsi della cometa causa il ritiro delle acque, insieme a Grugnina e al fratello tornano a casa usando delle lunghe pertiche con cui scavalcano e ammirano relitti di velieri, montagne sottomarine, conchiglie gigantesche in cui si nascondono pesci preistorici e dimenticati.
Questo amore per la natura e la vita nacque in risposta al dramma della Seconda guerra mondiale: si è detto, infatti, che la storia della Cometa, che quasi distrugge la Valle dei Mumin, sia stata scritta dopo l’esplosione delle due bombe atomiche sulle città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki.
Dopo il successo dei romanzi, Tove adattò a fumetti il secondo romanzo della serie, Caccia alla cometa, per un giornale svedese. Quest’opera fu notata dal quotidiano inglese «Evening News» che le chiese di creare nuove storie dei Mumin da pubblicare nella forma di una striscia al giorno. Tove accettò e nel 1954 venne pubblicata Mumin e i briganti, prima delle ventuno storie realizzate, spesso con l’aiuto del fratello Lars per quello che riguarda la stesura dei testi e la loro traduzione in inglese; sarà sempre Lars a occuparsi anche del disegno della striscia dal 1959 al 1975, dopo che la sorella aveva deciso di non realizzare più la versione a fumetti a causa dei troppi impegni.
Nel 1970 uscì l’ultimo romanzo dei Mumin, Novembre nella valle dei Mumin. In quello stesso anno morì la madre di Tove e, come lei stessa dichiarò, da allora non se la sentì più di raccontare storie per bambini. In compenso dedicò ai suoi amati troll molti libri illustrati, varie serie animate, un adattamento teatrale e diverse canzoni. Non smise di scrivere e disegnare: nel 1972 pubblicò Il libro dell’estate, rievocazione delle estati con i nonni nelle isole svedesi, a cui seguirono altri romanzi e racconti dedicati a lettori adulti, oltre ad affreschi e quadri. Sempre grazie ai Mumin, nel 1969 Tove aveva vinto il premio «Hans Christian Andersen», il premio più importante al mondo per gli scrittori per l’infanzia, e primo di una serie di riconoscimenti in tutto il mondo. Intanto, ancora grazie al fratello Lars, i Mumin erano diventati protagonisti di una serie animata in Giappone poi trasmessa in tutto il mondo, di un parco giochi a tema costruito a Naantali (Finlandia) e di un’opera lirica. Nel 1977 è stato pubblicato in Svezia il primo volume della ristampa completa dei fumetti realizzati da Tove e Lars, tradotta poi in tutto il mondo.