I cinque referendum di Milano
Il 12 e il 13 giugno i milanesi riceveranno in tutto nove schede, non quattro
Il 12 e il 13 giugno gli italiani saranno chiamati a esprimersi su quattro quesiti referendari. I residenti di Milano, una volta al seggio, si vedranno però consegnare nove schede: ai quattro referendum nazionali, infatti, si aggiungono cinque referendum cittadini consultivi d’indirizzo.
Che cosa sono i referendum cittadini consultivi d’indirizzo
L’esistenza di questo tipo di referendum si deve allo Statuto del comune di Milano e al suo Regolamento per l’attuazione dei Diritti di Partecipazione Popolare. Tutti i comuni hanno simili norme, grazie al Testo unico sugli Enti locali approvato nel 2000. A Milano i referendum consultivi devono essere chiesti dall’1,5 dei cittadini iscritti nelle liste elettorali o da un quarto dei consigli di zona, e devono avere come oggetto gli orientamenti o le scelte di competenza del comune.
Le regole del gioco
Si vota, come nel resto d’Italia, dalle 8 alle 22 di domenica e dalle 7 alle 15 di lunedì. Il risultato del referendum è valido se prende parte al voto almeno il 30 per cento degli aventi diritto. Se il voto sarà valido, entro 60 giorni il Consiglio comunale e la Giunta dovranno riunirsi per pronunciarsi a proposito del contenuto dei quesiti: accogliendoli in modo totale o parziale, e motivando la loro scelta. Durante la campagna elettorale Giuliano Pisapia aveva detto di essere a favore di tutti e cinque i quesiti.
I promotori
I referendum sono promossi dal comitato “Milano si muove”, guidato da Edoardo Croci (ex assessore alla Mobilità, Trasporti e Ambiente della Giunta Moratti che ha abbandonato nel 2009), Marco Cappato (radicale, ex eurodeputato), Enrico Fedrighini (già consigliere comunale e provinciale di Milano per i Verdi). I promotori hanno raccolto oltre 25.000 firme.
Referendum 1 – scheda MARRONE
(riduzione del traffico e dello smog, potenziamento dei mezzi pubblici, estensione dell’Ecopass, pedonalizzazione del centro)
Il primo quesito, allo scopo di potenziare il trasporto pubblico e la mobilità alternativa all’auto, ridurre il traffico e lo smog, propone i seguenti interventi.
a. il raddoppio entro il 2012 dell’estensione delle aree pedonali, sia in centro che in periferia, comprendendo per lotti l’intera area della Cerchia dei Navigli a partire dal “Quadrilatero della moda”;
b. il raddoppio entro il 2012 delle aree a traffico moderato (zone a 30 Km/h) e la realizzazione di interventi per la sicurezza stradale dei quartieri residenziali;
c. la realizzazione entro il 2015 di una rete di piste ed itinerari ciclabili integrati e sicuri di almeno 300 km ed il raddoppio entro il 2012 degli stalli di sosta per le biciclette;
d. la protezione e “preferenziazione” di tutte le linee di trasporto pubblico entro il 2015, in modo da aumentarne velocità e regolarità;
e. l’introduzione in tutta la città, a partire dalle aree periferiche, di un servizio diffuso diurno e notturno di “bus di quartiere” in collegamento con le principali fermate del trasporto pubblico, senza costi aggiuntivi rispetto al titolo di viaggio;
f. l’estensione sull’intero territorio cittadino del servizio di bike sharing, raggiungendo 10.000 bici entro il 2012 e del servizio di car sharing raggiungendo 1.000 auto elettriche entro il 2012;
g. il prolungamento dell’orario di servizio delle linee metropolitane fino alle ore 1.30 tutte le notti;
h. il potenziamento del servizio taxi mediante il ripristino del secondo turno che garantisca fino a 8 ore aggiuntive di servizio (“seconda guida”);
i. il ripristino del divieto di circolazione e carico e scarico merci nella Cerchia dei Bastioni nelle fasce orarie di picco del traffico mattutine e pomeridiane e la promozione di un sistema di trasporto condiviso con veicoli elettrici;
j. l’estensione della regolamentazione della sosta in tutta l’area compresa all’interno della “cerchia filoviaria” e nelle aree circostanti gli assi delle metropolitane, con esclusione del pagamento dei soli residenti e per i veicoli ad emissioni zero;
k. incentivi a sostegno del trasporto pubblico”
Della proposta fa parte anche l’allargamento progressivo fino alla “cerchia ferroviaria” del sistema di accesso a pagamento, che varrebbe per tutte le automobili e quindi diventerebbe una congestion charge, come quella di Londra, piuttosto che una pollution charge, come è oggi l’Ecopass a Milano. Secondo il comitato promotore questi interventi hanno un costo di 60 milioni di euro all’anno, coperti mediante “l’incremento delle entrate da accesso, con una tariffa giornaliera di 5 euro per i veicoli per trasporto persone (prevedendo agevolazioni per i residenti) e di 10 euro per i veicoli per trasporto merci, e della sosta, da inserire con apposita variazione di bilancio o comunque nel primo bilancio utile”.
Referendum 2 – scheda AZZURRA
(raddoppiare gli alberi e il verde pubblico, ridurre il consumo di suolo)
Il secondo quesito chiede al Comune di Milano di adottare “tutti gli atti ed effettui tutte le azioni necessarie a”:
– ridurre il consumo di suolo destinando almeno il 50% delle grandi superfici oggetto di riqualificazione urbanistica a verde pubblico ed escludendo l’assegnazione di diritti edificatori a fronte della realizzazione di “servizi” che comportino consumo di suolo;
– preservare gli alberi e le aree verdi esistenti;
– garantire il raddoppio del numero di alberi e dell’estensione e delle aree verdi e la loro interconnessione entro il 2015, assicurando che ogni residente abbia a disposizione un giardino pubblico con aree attrezzate per i bambini a una distanza non superiore a 500 metri da casa?
Secondo i promotori questi interventi hanno un costo di 20 milioni di euro all’anno per tre anni. La cifra può essere coperta con gli oneri di urbanizzazione relativi alle aree di intervento e con la tariffazione progressiva, al di sopra del normale consumo domestico individuale, nei servizi pubblici locali relativi all’uso di risorse ambientali scarse (come il servizio di fornitura idrica e la raccolta di rifiuti indifferenziati), nonché mediante sponsorizzazioni e coinvolgimento dei cittadini, anche seguendo il modello applicato alle aiuole dall’associazione “verde in comune” .
Referendum 3 – scheda VIOLA
(conservazione del parco EXPO)
Il terzo quesito chiede al Comune di impegnarsi a conservare integralmente il parco agroalimentare che sarà realizzato in occasione dell’EXPO, anche dopo la fine dell’evento. Può sembrare una cosa scontata ma non lo è, dato che si tratta di terreni che vedranno molto aumentare il loro valore e che potrebbero avere altra destinazione. Secondo i promotori, conservare il parco non comporta costi a carico del comune.
Referendum 4 – scheda BLU
(risparmio energetico e riduzione delle emissioni di gas serra)
Il quarto quesito chiede al comune di impegnarsi negli obiettivi comunitari di riduzione del 20 per cento delle emissioni di gas serra entro il 2020, e a questo scopo propone i seguenti interventi:
– la conversione entro il 2012 di tutti gli impianti di riscaldamento alimentati a gasolio degli edifici comunali;
– la conversione degli impianti di riscaldamento domestico alimentati a gasolio fino alla loro completa eliminazione entro il 2015;
– la previsione della classe energetica di massima efficienza come standard di costruzione per tutti i nuovi edifici e l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili;
– la promozione e la diffusione del teleriscaldamento, utilizzando fonti rinnovabili e tecnologie ad alta efficienza, al fine di raggiungere almeno 750.000 abitanti equivalenti entro il 2015;
– la concessione di incentivi per la demolizione e ricostruzione (“rottamazione”) degli edifici a maggiore inefficienza energetica e privi di valore storico e architettonico attraverso premi volumetrici”.
Secondo i promotori, gli interventi hanno un costo di 10 milioni di euro all’anno per tre anni. Le uscite si possono compensare con “la parziale dismissione del patrimonio immobiliare comunale tramite lo strumento dei fondi immobiliari già avviato, escludendo gli immobili di pregio storico-monumentale, nonché mediante il coinvolgimento di società che realizzano interventi di efficienza energetica (Esco) e l’attivazione di strumenti di finanziamento in conto terzi”.
Referendum 5 – scheda ROSA
(Darsena e Navigli)
Il quinto quesito chiede al Comune di impegnarsi a risistemare la Darsena “quale porto della città ed area ecologica”. Nel 2004 il Comune di Milano aveva deciso di realizzare nell’area un parcheggio sotterraneo, l’area venne svuotata dall’acqua ma durante gli scavi emersero una serie di reperti archeologici che portarono all’interruzione dei lavori. Interruzione che prosegue tutt’ora: i reperti furono reinterrati e oggi la Darsena è praticamente in stato di abbandono. Inoltre, il quesito chiede al Comune di “procedere gradualmente alla riattivazione idraulica e paesaggistica del sistema dei Navigli milanesi sulla base di uno specifico percorso progettuale di fattibilità”.
Secondo i promotori, gli interventi avrebbero un costo di 10 milioni di euro all’anno per tre anni. La somma può essere coperta “mediante la parziale dismissione del patrimonio immobiliare comunale tramite lo strumento dei fondi immobiliari già avviato, escludendo gli immobili di pregio storico-monumentale”.
foto: Eric Borda