Sanaa brucia
La capitale dello Yemen è spaccata in due, la guerra civile è già in corso
Questa mattina nella capitale dello Yemen, Sanaa, gli scontri tra esercito e forze dell’opposizione sono ripresi con particolare violenza in seguito all’attacco della casa del principale leader dell’opposizione, Sadeq Al-Ahmar. Il quartier generale della Yemeni Airlines è stato incendiato, mentre nella piazza principale occupata dai manifestanti i cecchini hanno ripreso a sparare. Soltanto negli ultimi dieci giorni sono morte almeno 135 persone.
Sanaa è spezzata in due, con le forze lealiste a nord e quelle dell’opposizione a sud della città. I due eserciti stanno lottando per il controllo dei principali edifici governativi, sperando in questo modo di assicurarsi il diritto al potere. Il presidente Saleh continua a rifiutarsi di dimettersi nonostante le proteste vadano avanti ormai da febbraio. Un mese fa aveva rifiutato di firmare l’accordo proposto dal Consiglio per la cooperazione nel Golfo Persico, che prevedeva le sue immediate dimissioni in cambio dell’immunità legale. L’accordo sembrava cosa fatta una settimana prima ma poi era improvvisamente saltato.