150 morti al largo delle coste tunisine
Erano migranti in viaggio verso l'Europa in fuga dalla guerra in Libia
Almeno 150 cadaveri sono stati ritrovati al largo delle coste tunisine nelle ultime ore. I migranti stavano cercando di raggiungere l’Europa su una nave, ma un’avaria a bordo ha causato il naufragio e ci sono ancora 200 dispersi, come spiega il Corriere della Sera.
Circa 150 cadaveri sono stati recuperati a seguito del naufragio di una nave che si è rovesciata al largo delle coste tunisine, mentre era carica di migranti in fuga dal conflitto in Libia. Si tratta con tutta probabilità dello stesso natante andato a picco giovedì al largo dell’isola di Kerkennah e sul quale l’Autorità portuale tunisina aveva lanciato l’allarme. Le ricerche sono ancora in corso e il bilancio è provvisorio. I dispersi sono ancora 200, ma secondo fonti della stessa Croce Rossa in mare si troverebbero ancora numerosi corpi.
Il peschereccio, diretto a Lampedusa con a bordo circa 800 persone, era entrato in avaria a una quarantina di chilometri dall’isola tunisina di Kerkennah, ma le cattive condizioni meteorologiche avevano ritardato le operazioni di soccorso. È stata la guardia costiera tunisina a dare notizia del naufragio, giovedì, confermando appunto di aver ripescato 587 persone. Un portavoce dell’Onu ha detto che «si sa che tra loro c’erano molte donne e bambini». I sopravvissuti sono stati portati in campi per i rifugiati per essere assistiti. L’incidente, ha detto il portavoce, «sembra uno dei peggiori e più gravi per numeri di morti tra quelli accaduti quest’anno nel mar Mediterraneo».