Il grande mercato dei poster musicali
Un investimento sicuro contro la crisi, dice un critico musicale del Guardian
Nel 2004, un poster del 1965 del concerto dei Beatles allo Shea Stadium di New York è stato venduto all’asta per 69.000 dollari; pochi mesi dopo un altro poster dei Beatles (sempre allo Shea Stadium, ma del concerto del 1966) è stato battuto per 132.000 dollari. Il critico musicale Dave Simpson si occupa sul Guardian della grande espansione del commercio di poster musicali negli ultimi anni.
Ci sono parecchi fattori che concorrono a stabilire il prezzo di un poster: la band o l’artista, la sede del concerto, e poi anche la scarsità del “pezzo” e il modo in cui è stato fatto. Per esempio, una locandina per il concerto di Nick Cave del 2006 al Bridgewater Hall di Manchester, fatto a mano dall’artista di Portland Emek e in cui ogni dettaglio rimanda a una diversa canzone di Cave, è stato venduto per circa 600 euro, dieci volte il suo prezzo iniziale. Alcuni poster di Elvis e dei Beatles continuano a superare le migliaia di euro nelle aste, e così anche quelli disegnati negli anni Sessanta da Rick Griffin per i Grateful Dead, ma non sono solo i grandi classici a raggiungere cifre considerevoli. Un poster disegnato dall’artista di Chicago Rob Jones, autore di gran parte delle locandine dei White Stripes, è stato venduto su eBay per più di 1.800 euro. La sera del concerto, nel 2003, ne costava meno di venti.
In alcuni casi bisogna stabilire se la locandina faceva parte della prima serie stampata o di “edizioni” successive: e allora si devono determinare l’esatta sfumatura del colore o lo spessore della carta. La differenza può valere migliaia di dollari, dice Jeff Gold, ex dirigente della Warner che gestisce ora uno dei più grandi siti del mondo di collezionismo musicale, Recordmecca.com. Secondo Gold, la scelta migliore per fare oggi un investimento in poster sono quelli dei concerti dei Nirvana, oppure le pubblicità delle serate allo storico locale Haçienda di Manchester. Tra trenta o quarant’anni varranno una fortuna.
foto: Graham Nown/BIPs/Getty Images