Quelli che abbiamo preso
Sei dei più feroci criminali arrestati negli ultimi anni, due giusto ieri
Ieri intorno alle 13 il presidente serbo Tadic ha annunciato ufficialmente l’arresto di Ratko Madlic, il criminale più ricercato della guerra in Bosnia. Poche ore dopo anche un altro criminale latitante da anni è stato arrestato dall’esercito congolese: Bernard Munyagishari, accusato di essere uno dei principali responsabili del genocidio in Ruanda. Ce ne sono stati altri, negli ultimi anni, e questo ne è un parziale elenco. E non comprende Osama bin Laden, che non è stato arrestato ma ucciso nel corso di un’operazione militare.
Slobodan Milosevic
Slobodan Milosevic fu eletto presidente della Repubblica di Serbia nel 1989. Durante la guerra in Bosnia sostenne politicamente e militarmente i serbo-bosniaci e quindi l’esercito di Ratko Mladic, responsabile di molte atroci violenze di massa. Nel 1995 decise di negoziare con la comunità internazionale per assicurarsi le conquiste territoriali degli anni precedenti, e fu a capo della delegazione jugoslava che firmò gli accordi di Dayton nel novembre del 1995. Fu arrestato a Belgrado nel marzo del 2001 con le accuse di abuso d’ufficio, corruzione, omicidi, stragi e concussioni. Morì in carcere all’Aia per un infarto la notte dell’11 marzo 2006.
Bernard Munyagishari
Ieri, nello stesso giorno dell’arresto Ratko Mladic, è stato arrestato anche Bernard Munyagishari, accusato di avere partecipato alla pianificazione del genocidio che tra l’aprile e il giugno del 1994 uccise 800mila persone in Ruanda. Munyagishari è accusato di avere fondato e addestrato il gruppo paramilitare Interahamwe, che assieme all’Impuzamugambi, fu tra i più attivi nell’eliminazione sistematica della minoranza Tutsi e degli Hutu moderati. L’ex professore avrebbe creato un reparto speciale, che si occupava di violentare e uccidere le donne. Gli Stati Uniti avevano messo sulla sua testa una taglia di cinque milioni di dollari. In seguito al suo arresto, la lista dei maggiori responsabili del genocidio del Ruanda conta ancora nove latitanti.
Radovan Karadzic
Nel maggio del 1992 proclamò la nascita della Repubblica Serba di Bosnia-Erzegovina, di cui divenne presidente. Nominò Ratko Mladic comandante del Secondo Distretto Militare dell’esercito jugoslavo, che sarebbe poi diventato l’esercito serbo-bosniaco durante la guerra in Bosnia-Erzegovina. Pianificò l’Assedio di Sarajevo e varie pulizie etniche di popolazioni non-serbe, tra cui quella di Srebrenica. Fu arrestato il 21 luglio 2008 dopo quasi tredici anni di latitanza, mentre si trovava a bordo di un autobus a Belgrado sotto la falsa identità di un militare bosniaco che in realtà era caduto in guerra, Dragan Dabić. Il suo processo è attualmente in corso al Tribunale dell’Aia. È stato incriminato sulla base di undici capi d’accusa, tra cui genocidio e crimini contro l’umanità.
Ratko Mladic è stato il comandante dell’esercito della Repubblica Serba durante la guerra in Bosnia. Accusato di genocidio, crimini contro l’umanità, violazione delle leggi di guerra nell’Assedio di Sarajevo e nel Massacro di Srebrenica dal Tribunale Penale Internazionale per l’ex-Jugoslavia, è stato arrestato ieri dopo 16 anni di latitanza. Ossessionato dalla storia nazionale, Mladic vedeva la guerra bosniaca come un modo di vendicarsi contro cinquecento anni di dominio turco-ottomano in Serbia. Chiamava i bosniaci musulmani “turchi” come insulto. Era famoso per la ferocia, per il grandissimo seguito che aveva presso i suoi uomini e per la sua arroganza. Una volta, chiedendo al controllo aereo di creargli lo spazio per atterrare con il suo elicottero, disse: «Qui parla Ratko Mladic, il dio serbo». Durante i bombardamenti delle città bosniache non si preoccupava di parlare in codice quando ordinava i comandi via radio in tono violento e sprezzante. Nel 1995 comandò le truppe serbe nel massacro di Srebrenica, dove vennero uccisi migliaia di musulmani.
Bernardo Provenzano
Bernardo Provenzano è stato uno dei boss più potenti della storia di Cosa Nostra. Fu arrestato nell’aprile del 2006 dopo una latitanza di quarantatré anni. Dopo la cattura di Totò Riina nel 1993, divenne il Capo dei Corleonesi e poco dopo di tutta la mafia siciliana, mettendo fine alla strategia stragista contro la magistratura e contro lo Stato del suo predecessore e riconquistando per l’organizzazione l’invisibilità che l’aveva caratterizzata nel passato. Le indagini che portarono all’arresto del capo mafia di Corleone si incentrarono sull’intercettazione dei famosi pizzini, i biglietti con cui Provenzano comunicava con la moglie e con il resto del clan. Il casolare in cui viveva il boss era arredato in maniera spartana, con il letto, un cucinino, il frigo e un bagno, oltre che una stufa per il freddo e la macchina da scrivere con cui compilava i pizzini.
Saddam Hussein
Saddam Hussein è stato presidente dell’Iraq dal 1979 al 2003, quando venne destituito in seguito all’invasione anglo-americana durante la seconda guerra del Golfo. È stato ucciso per impiccagione il 30 dicembre 2006, in esecuzione di una sentenza di condanna a morte pronunciata da un tribunale speciale iracheno per crimini contro l’umanità. Durante il suo regime condusse una guerra contro l’Iran e una contro il Kuwait che causarono milioni di morti, e ordinò lo sterminio di oltre 180.000 persone di etnia curda.