Saviano con De Magistris

"Ora tocca a lui", scrive su Repubblica

Oggi su Repubblica Roberto Saviano scrive del ballottaggio a Napoli e spiega perché pensa che Luigi De Magistris sarebbe un sindaco migliore di Gianni Lettieri.

Spero di poter un giorno, dopo questi anni di lontananza forzata, tornare a Napoli, in una Napoli nuova. Ma se dovessero vincere i vecchi, i soliti poteri, se dovesse prevalere l’asse Lettieri-Cosentino, questo non accadrà.

Il governo trema. Vede crescere un’onda che attraversa l’intero Paese e si manifesta in molteplici espressioni, ma con un evidente punto comune. È un’onda che dice: il nostro Paese ci riguarda. Da Milano a Napoli, entrambe città chiave, sembra scomparsa l’apatia solita che allontana dalle decisioni e dalla volontà di capire cosa accade. Deve essere chiaro a tutti, indipendentemente da quale sia l’idea politica di chi oggi vota a Napoli, che la candidatura di Gianni Lettieri rappresenta la continuità con la gestione di Nicola Cosentino. Non è solo il rapporto di vicinanza o il fatto che il candidato sindaco si presenti accompagnato da “Nicola o’ Mericano”, come lo chiamano a Casal di Principe. Ma la continuità tra i due è espressa dal programma, dal linguaggio, dalle posizioni sulle questioni economiche e amministrative del territorio.

È palese il rischio che Nicola Cosentino diventi il satrapo della Campania. Ci aveva provato quando tentò di diventare presidente della Regione. Allora Cosentino tentò di delegittimare, secondo le intercettazioni dell’inchiesta sulla P3 della Procura di Roma, il suo rivale Stefano Caldoro, ma i finiani lo bloccarono. Tale rinuncia è stata l’unica battuta d’arresto nella carriera del politico casalese, ancora coordinatore regionale del Pdl in Campania e fino al luglio 2010 sottosegretario all’economica e finanza. Eppure ci si domanda come sia possibile che un politico che si divide tra processi e campagna elettorale, su cui pende una richiesta d’arresto per concorso esterno in associazione mafiosa, imparentato (senza mai pubblicamente prenderne le distanze) con una delle famiglie più potenti della camorra, promotore di una politica che nei fatti non ha mai avuto un programma in contrastato con gli interessi criminali, sia così fortemente sostenuto dal governo e dal maggior partito di governo. Come mai gli è concesso di presentarsi come “sponsor” – scelta che sembra assurda sotto il profilo di una strategia d’immagine vincente – di un candidato che deve affrontare come rivale un ex magistrato, Luigi de Magistris?

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