Com’è andato il G8 di Internet
Il summit non ha accolto le proposte di Sarkozy, frenando sull'introduzione di regolamentazioni comuni
Ieri a Parigi si sono conclusi i lavori dell’eG8, il summit organizzato dal presidente francese Nicolas Sarkozy per discutere di Internet e della sua regolamentazione con i responsabili delle principali società e associazioni attive online. Dopo due giorni di dibattiti e confronti, l’eG8 non ha prodotto grandi risultati e in sostanza non ha adottato la linea Sarkozy, che da tempo preme per un maggior controllo della Rete allo scopo di proteggere i contenuti tutelati dal diritto d’autore e i contenuti legati al patrimonio culturale dei singoli paesi.
Le conclusioni cui sono giunti gli invitati al summit sono semplici e confermano la linea fino a ora seguita dalle principali società online, che temono la creazione di un numero eccessivo di regole che potrebbe rallentarne la crescita: la Rete potrebbe essere regolamentata, ma solo entro certi limiti, con tempi lunghi e possibilmente con scelte e norme decise da organi internazionali e non da un singolo governo. Questa linea sarà presentata nel corso del G8, che inizia oggi a Deauville, da una delegazione di partecipanti all’eG8 di cui dovrebbero far parte anche Mark Zuckerberg, il cofondatore di Facebook, ed Eric Schmidt, l’ex amministratore delegato di Google e ora consigliere della società del motore di ricerca.
Nel corso dei due giorni dell’eG8, centinaia di esperti in nuove tecnologie, telecomunicazioni e responsabili dell’informazione hanno partecipato a dibattiti e incontri sulla protezione del diritto d’autore nell’era del digitale, sulle possibilità per la crescita economica offerte dalla Rete e sulle opportunità per migliorare il modo di fare informazione e di far circolare le notizie. Nonostante gli sforzi degli organizzatori e dei partecipanti, le conclusioni sono rimaste molto vaghe, a conferma della difficoltà nel trovare strade comuni per regolamentare Internet tra le aziende private e i governi nazionali, spiegano sul Wall Street Journal.
Maurice Levy, l’amministratore delegato dell’agenzia pubblicitaria Publicis Groupe e capo delegazione dell’eG8, ha spiegato che agli otto leader dei paesi più industrializzati i delegati del summit presenteranno una breve relazione puntando sulle opportunità per la crescita economica offerte dalla Rete. La delegazione affronterà anche il delicato tema della gestione delle reti, quelle su cui passano i dati, chiedendo nuove soluzioni per la loro realizzazione che comprenda uno sforzo comune tra operatori e governi. «Andremo a Deauville non per dire ai governi che cosa devono fare, ma per farli riflettere su un certo modo di pensare» spiega Levy.
All’inizio dei lavori, Nicolas Sarkozy aveva chiesto all’eG8 di trovare dei minimi accordi per regolamentare la Rete, una proposta respinta da buona parte dei partecipanti tanto da segnare l’esito stesso dei due giorni di dibattito. Le grandi aziende che operano online, come Google, temono che un eccessivo numero di regole possa frenare la crescita della Rete e di conseguenza anche la crescita delle loro società. Da parte dei privati c’è comunque la consapevolezza che il tema dei rapporti con il pubblico per la regolamentazione di Internet non può essere completamente eluso, come ha spiegato Mark Zuckerberg, ottimista sulla possibilità di trovare nuovi accordi, ma con tempi e modalità ancora da definire.