Il groviglio di gossip, Twitter e libertà di stampa
La notizia del giorno sui giornali britannici è che un settimanale scozzese ha violato il divieto di dare notizie su un calciatore che ha una storia con una modella
Nel Regno Unito è in corso un grande dibattito sulla “privacy injunction”, il provvedimento di un tribunale che stabilisce che alcune informazioni riguardanti una persona o un’azienda non possano essere rivelati dai mezzi di comunicazione. Il dibattito si è acceso alla fine del 2009, quando il Guardian ricevette una “privacy injunction” che gli impediva di pubblicare uno studio scientifico sulle conseguenze ambientali dello sversamento di rifiuti tossici in Costa d’Avorio da parte della Trafigura, una compagnia petrolifera. La stampa britannica ha protestato spesso contro questo strumento giuridico che reputa contrario alla libertà di informazione e che, nel caso della cosiddetta “super injunction”, impedisce persino di dire che sulla vicenda esiste il procedimento stesso di “privacy injunction”.
Nelle ultime settimane il dibattito era tornato attuale per la storia di alcune informazioni relative a personaggi noti e vietate alla pubblicazione, ma diffuse su Twitter. Da quella lista circolata online è nata una questione nuova che occupa le homepage dei giornali britannici da due giorni. E oggi il Sunday Herald, un domenicale scozzese (molto in difficoltà, ricordano i sospettosi) ha pubblicato in prima pagina il viso (appena coperto con una striscia nera sugli occhi) di un noto calciatore sospettato di aver avuto una relazione con Imogen Thomas, un’ex partecipante al Grande Fratello, ma che per la vicenda aveva ottenuto una “privacy injunction”. Di lui si era data solo una sigla (fuorviante) CTB e il fatto che è sposato. Un editoriale sul Sunday Herald difende la scelta di rivelare l’identità del calciatore nonostante il provvedimento, «perché è insostenibile che la legge sia usata per impedire ai giornali di pubblicare un’informazione che i lettori possono trovare su internet con un click.» Il giornale aggiunge che il provvedimento dell’Alta Corte di Londra non ha valore in Scozia, e critica il principio che una “superinjunction” possa costringere al silenzio persino sull’esistenza di un’azione legale.
Quando lo stesso calciatore aveva ottenuto il provvedimento contro il quotidiano Sun per impedire la pubblicazione del suo nome in relazione al pettegolezzo, diversi utenti di Twitter avevano iniziato a riprendere la notizia e a nominare il calciatore per protestare contro la decisione del tribunale. L’Alta Corte di Londra ha risposto aprendo un procedimento contro “Twitter Inc. e persone sconosciute”. Ma la storia crea una serie di contraddizioni insanabili di questi tempi, che hanno a che fare con la trasparenza dei confini geografici su internet, con la difficoltà di distinguere cos’è giornalismo e cosa no, chi fa informazione e fa cosa, e infine quali sono le notizie e quali i pettegolezzi. Ma non pensiamo che il solo elencarli avvicini a qualche chiarezza.