“Un incattivito vaniloquio della disperazione”
Giuliano Ferrara si rammarica della campagna elettorale intrapresa da Berlusconi e i suoi
Sul Giornale di domenica Giuliano Ferrara attacca “l’incendio ideologico” che è diventata la campagna elettorale su Milano, e la strategia berlusconiana a sostegno di Letizia Moratti, che Ferrara vorrebbe vedere vincere.
Ho passato un bel pezzo della mia vita a difendere come potevo e sapevo Berlusconi, a cui ho sempre riconosciuto, in amicizia militante e mai servile, grandissimi meriti storici nel tentativo di tirare fuori l’Italia dalla crisi della Repubblica e dalla rovina della giustizia, e una simpatia di tratto liberale e scanzonato senza eguali; e quando non ero d’accordo, è successo spesso, riprendevo forza ed energia dal modo disgustoso scelto dai suoi avversari per combatterlo. La mostrificazione, la teoria del nemico assoluto,l’orrore del guardonismo giornalistico, della faziosità dispiegata, le accuse forsennate di stragismo, di mafia, accompagnate dalla totale resa al più sinistro spirito forcaiolo: questo mi è sempre bastato per dirmi senza problemi berlusconiano e per prendere il mio posto, costante negli anni, nella battaglia contro la deriva ideologica e di stile della sinistra più scalcinata e ipocrita del mondo, prigioniera di una cultura demagogica che la divorava. Vorrei continuare la corsa, ma se la strada è quella dell’invadenza arrogante a reti unificate, del monologo che umilia gli interlocutori e gli elettori, del semplicismo e del baby talk arrangiato, sciatto, poveramente regressivo, mi manca il fiato.
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