Le sconfitte di Berlusconi

Le forzature del premier si sono rivelate un boomerang e rendono più dolorosa la sconfitta, scrive Stella sul Corriere

Il commento di Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera.

«Dal punto di vista politico, quello che conta è il primo turno», esultò Letizia Moratti dopo la vittoria della destra alle ultime provinciali. «È una legge iniqua, va abolito il secondo turno», ribadì Mariastella Gelmini. «È giunto il momento di mettere da parte i ballottaggi: l’ho già detto a Berlusconi ed è d’accordo», sentenziò Ignazio La Russa.

Se è così davvero, quella di ieri è stata per il Cavaliere una débâcle. La Moratti può recuperare nel secondo tempo, certo. Ma ormai certe parole sono state strillate, certe scommesse avventurose sono state giocate, certe forzature apocalittiche sono state fatte. Che il boomerang stava tornando indietro, il più violento di quanto temesse, il premier lo ha capito alle otto di sera quando uno dei suoi collaboratori, con aria ferale, gli ha portato i primi risultati delle preferenze a Milano: poco più di 1.600 su quasi un sesto di schede scrutinate. Ahi ahi…

Lui aveva voluto candidarsi come capolista, lui aveva chiesto a tutti di battersi allo stremo («andate a conquistare casa per casa, siete missionari della libertà»), lui aveva buttato sul piatto la sfida in più: «Segnate il mio nome come capolista. Se prendo meno delle 53 mila preferenze della volta scorsa, l’opposizione mi fa il funerale ». Ieri notte, quando ormai lo spoglio stava per concludersi, il dato era pressoché dimezzato. Una coltellata all’amor proprio che riassumeva una giornata che mai avrebbe immaginato così perdente.

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