Il disastro del PD a Napoli
Federico Geremicca sulla Stampa fa a pezzi l'unica grossa sconfitta del PD alle amministrative di ieri
“Il PD è al capolinea del suo ventennio”, si intitola l’articolo di Federico Geremicca sulla Stampa sul risultato del PD a Napoli, ieri: il 17 per cento dei voti (aveva preso il 25 alle regionali dell’anno scorso) e il suo candidato eliminato al primo turno.
E con i cassonetti a bloccare le strade del centro e della periferia. Il Partito democratico – insomma – getta la spugna, e lo fa nel modo peggiore: inanellando, cioè, una tale serie di errori da rendere la sua parabola nell’antica capitale del Mezzogiorno quasi un caso di scuola, un fenomeno da studiare.
I dati del voto, per quanto parziali e suscettibili di correzioni, paiono ora non lasciare al Pd via diversa da quella di una radicale rifondazione del partito e del suo gruppo dirigente. Dopo diciotto anni di governo della città (prima due volte con Antonio Bassolino e poi di nuovo due volte con Rosa Russo Jervolino) il Pd è ridotto al ruolo di forza marginale – poco oltre il 15% – ed il candidato messo in pista per contrastare lo sfidante del centrodestra non riesce nemmeno a raggiungere il traguardo del ballottaggio: infatti non sarà il prefetto Morcone a contendere la guida della città a Gianni Lettieri, ma De Magistris, “radicalissimo” ex magistrato del partito di Di Pietro. Una disfatta, senza bisogno di aggettivi.
Qualcuno sostiene che il primo errore sia stato addirittura commesso tre anni fa, quando di fronte al penoso esplodere dell’emergenza immondizia, né Bassolino né Jervolino – nonostante le sollecitazioni romane – accettarono di passare la mano, così da mandare alla città un segno che suonasse come onesta e inevitabile autocritica. Tanto il governatore quanto il sindaco decisero di restare ai rispettivi posti, ma certi conti possono essere rinviati, non certo cancellati: la Regione fu persa l’anno scorso, il Comune – salvo miracoli – potrebbe esser perso tra un paio di settimane.