Il Pakistan contro l’uccisione di bin Laden
Il parlamento ha votato un documento che condanna l'operazione ad Abbottabad e chiede la fine dei raid aerei statunitensi
Dopo un lungo dibattito, il Parlamento del Pakistan ha ufficialmente condannato le recenti azioni degli Stati Uniti nel paese che hanno portato alla cattura e all’uccisione di Osama bin Laden e a una nuova serie di raid aerei compiuti con i droni. I parlamentari hanno votato all’unanimità una richiesta per modificare le relazioni internazionali pakistane con gli Stati Uniti e hanno richiesto l’avvio di una indagine indipendente sull’operazione che ha consentito di scovare e uccidere il leader di al Qaida.
Il voto del parlamento è arrivato ad alcune ore di distanza dal doppio attentato suicida a Shabqadar nel nord del Pakistan che ha causato la morte di almeno 80 persone e il ferimento di altre 120. L’attacco è stato rivendicato dai talebani pakistani e sarebbe stato condotto per vendicare la morte di bin Laden.
Dopo l’operazione ad Abbottabad nel nascondiglio del terrorista, i rapporti tra Stati Uniti e Pakistan si sono sensibilmente raffreddati. Diversi membri del Congresso hanno proposto di tagliare gli aiuti al paese, sostenendo che qualche funzionario o politico pakistano dovesse sapere per forza dove si fosse nascosto Osama bin Laden.
Nel documento votato all’unanimità dal Parlamento di Islamabad, gli Stati Uniti sono accusati di aver violato la sovranità del paese. «Il popolo pakistano non tollererà più questo tipo di azioni e la reiterazione di queste operazioni unilaterali potrebbe avere forti conseguenze per la pace e per la sicurezza di quest’area e del mondo» recita il documento, votato dopo dieci ore di dibattito parlamentare.
La risoluzione etichetta anche come inaccettabili gli attacchi degli ultimi giorni realizzati dagli Stati Uniti lungo il confine del paese con l’Afghanistan con i droni, gli aerei automatici senza pilota. Se gli attacchi non dovessero terminare, il Pakistan potrebbe opporsi al passaggio sul proprio territorio dei rifornimenti e delle risorse della Nato diretti in Afghanistan.