La storia di Pisapia e il furgone rubato
Il Corriere la racconta dall'inizio e spiega che "le parole di Letizia Moratti risultano contraddette due volte dalle sentenze"
Oggi Luigi Ferrarella sul Corriere della Sera racconta dall’inizio la storia a cui ha fatto riferimento ieri il sindaco uscente di Milano, Letizia Moratti, quando ha accusato Giuliano Pisapia di “furto di veicolo”.
In 25 secondi, studiatamente gli ultimi del faccia a faccia con Giuliano Pisapia su Sky, le parole di Letizia Moratti risultano contraddette due volte dalle sentenze: da quella d’Appello che il sindaco tace, e da quella stessa di primo grado che cita.
Moratti richiama un verdetto d’Assise del 1984 per affermare che solo un’amnistia aveva salvato il rivale da una condanna per furto, ma tace che Pisapia in Appello era poi stato assolto nel merito nel 1986 «per non aver commesso il fatto». E anche solo restando alla sentenza di primo grado del 1984, fa credere che alla base dell’applicazione dell’amnistia vi fosse da parte dei giudici un’affermazione di responsabilità di Pisapia per il furto del 1978, mentre invece nella motivazione la Corte d’Assise esplicitamente scriveva che, se non fosse intervenuta l’amnistia, avrebbe comunque «assolto per insufficienza di prove» Pisapia.