• Mondo
  • Martedì 10 maggio 2011

Il grande buco della serratura su Twitter

Diffondere informazioni private su larga scala non è più prerogativa della stampa, e gli utenti dei social network non incorrono nelle stesse conseguenze

Quando erano solo i media tradizionali a rendere notizie, fatti e commenti di dominio pubblico, era ancora possibile mettere dei paletti, limitare o rimandare la diffusione di certe informazioni, addirittura bloccarne del tutto la fuoriuscita: pratiche come l'”embargo”funzionavano, nessuno anticipava contenuti di programmi tv registrati o di libri ancora da pubblicare o exit poll elettorali. O informazioni private. Con l’avvento di internet, e in particolare dei social network, non è più così semplice. L’ingiunzione da parte di una corte a mantenere riservate certe informazioni, spesso in occasione di indagini o di processi in corso, può perdere così di ogni valore pratico: chi possiede tali informazioni ha tutti i mezzi per diffonderle su larga scala, senza che sia necessario il coinvolgimento di una rete televisiva o di una testata giornalistica.

Durante il fine settimana su Twitter è stata pubblicata una lista di celebrity britanniche associate a un fatto o delle immagini su cui un tribunale aveva espresso un gag order, l’ingiunzione a mantenere tali informazioni riservate. Racconta il Telegraph:

Fino a ieri notte circa due milioni di persone avevano inoltrato la lista, che rendeva pubblici dettagli confidenziali delle vite private di un calciatore della Premier League, la prima divisione inglese, due attori e un famosissimo chef.

Ovviamente l’articolo del Telegraph non pubblica i loro nomi, dato che la stampa è impossibilitata a farlo dalle ingiunzioni di cui si parlava. L’anonimo utente di Twitter che questi nomi li ha diffusi, invece, non ha incontrato lo stesso problema: i legali di due delle celebrity coinvolte hanno dichiarato che sarebbe inutile fare causa all’utente per la difficoltà di rintracciarlo e per il fatto che, essendo la sede di Twitter a San Francisco, ricadrebbe al di fuori della giuristizione britannica. Inoltre il numero di retweet ricevuti dalla lista renderebbe impossibile imporre le conseguenze della violazione a ogni singolo utente.

«Se si è arrivati al punto per cui chiunque ha modo di scoprire su chi sono e a cosa sono riferite queste ingiunzioni, allora diventano piuttosto inutili, – ha dichiarato Lord Falconer, politico del partito laburista – È preoccupante che le persone possano infrangere la legge in questo modo. Pare che sarà molto complicato, in futuro, rendere effettive ingiunzioni come queste.»
Claire Perry, membro del Comitato di giustizia della Camera dei comuni per il partito conservatore, aggiunge: «È una presa in giro delle leggi esistenti e dobbiamo assicurarci che la legislazione stia al passo con la tecnologia.»

L’account che ha pubblicato le informazioni si chiama InjunctionSuper, ha pubblicato appena sei tweet (tutti in violazione della legge) e ha oltre ottantamila follower: esiste da pochi giorni e il suo proprietario deve essere ancora identificato. Qualcuno pensa che abbia alle spalle un gruppo mediatico che ha reso possibile la diffusione delle informazioni, e nell’attesa che venga identificato il responsabile non verrà intentata alcuna causa contro anonimi.

Ottenere un gag order, chiamato anche super-ingiunzione, per tutelare fatti privati della propria vita costa tra le 50.000 e le 100.000 sterline, altro motivo per cui molti la ritengono una legge ingiusta, discriminatoria e in violazione della libertà di espressione.

foto: KIMIHIRO HOSHINO/AFP/Getty Images