Le bombe su Tripoli
Stanotte la NATO ha colpito l'intelligence libica, la tv di Stato e - pare - anche il bunker di Gheddafi
Questa notte la NATO ha bombardato alcuni obiettivi nella capitale della Libia, Tripoli, con un’intensità molto superiore a quella delle ultime settimane. Almeno cinque grosse esplosioni si sono sentite nella capitale intorno alle due del mattino ora locale: secondo alcuni testimoni, riferisce Al Jazeera, le bombe avrebbero colpito una sede dell’intelligence libica e il rifugio di Muammar Gheddafi. Nella serata di lunedì, invece, erano stati colpiti gli uffici della televisione di Stato e dell’agenzia di stampa governativa.
Il governo libico ha confermato che alcuni suoi edifici sono stati colpiti e ha detto che l’esplosione di alcune vetrate ha ferito quattro bambini, di cui due sarebbero in gravi condizioni. Al Jazeera dice che non è stato possibile verificare attraverso fonti indipendenti la veridicità della notizia. Il giornale di opposizione Brnieg, intanto, ha detto che in un quartiere di Tripoli sarebbero scoppiate delle rivolte antigovernative, anche a causa dei rifornimenti di armi ricevuti dai ribelli. Anche questa notizia non è stata verificata attraverso fonti indipendenti.
I bombardamenti a Tripoli arrivano dopo le dichiarazioni di ieri del segretario generale della NATO, Anders Fogh Rasmussen, che ha detto che Gheddafi «prima o poi si renderà conto che il suo regime non ha futuro» ma si è rifiutato di fissare un termine temporale per la missione militare internazionale. Le forze di Gheddafi, intanto, continuano a essere molto attive soprattutto a Misurata. Sia la CNN che Al Jazeera parlano di nuovi bombardamenti indiscriminati sul porto della città e sui quartieri in mano ai ribelli. «È diventata una vendetta, non solo un tentativo di riprendersi la città», ha detto alla CNN un militante dei ribelli ferito a Misurata e trasportato a Bengasi.