La fine del “Blitz” su Londra
Settant'anni fa la Luftwaffe conduceva il suo ultimo raid dopo otto mesi di bombardamenti sulla capitale nemica
Il 10 maggio di 70 anni fa la Luftwaffe, l’aviazione della Germania nazista, terminava il Blitz, il bombardamento durato otto mesi contro la città di Londra e di altre città in Gran Bretagna. Iniziata il 7 settembre del 1940, l’operazione aveva portato alla distruzione e al danneggiamento di almeno un milione di edifici a Londra in 76 giorni consecutivi di bombardamenti e all’uccisione di 20mila persone nella capitale del Regno Unito, e altrettante nelle altre città colpite.
Hitler aveva organizzato il Blitz con l’intento di danneggiare l’economia della Gran Bretagna e abbattere il morale dei cittadini britannici, inducendoli ad arrendersi più rapidamente alle forze naziste. L’operazione non fiaccò la capacità produttiva di arsenali bellici da parte del Regno Unito, che anzi riuscì a espandersi e a preparare le risorse per l’importante attacco sul fronte occidentale qualche anno dopo. La Germania nazista aveva anche l’intenzione di invadere la Gran Bretagna, ma davanti al fallimento del Blitz nel 1941, rinunciò all’iniziativa militare, concentrandosi a oriente per la gestione dell’Operazione Barbarossa.
Storici ed esperti di guerra negli anni dopo il conflitto mondiale hanno studiato il Blitz per cercare di capire in cosa la Germania nazista abbia fallito. Parte della responsabilità va attribuita agli Alti comandi della Luftwaffe che non riuscirono a organizzare una strategia efficace per fiaccare le forze del nemico. L’aviazione nazista non aveva poi sufficienti informazioni di intelligence sugli stabilimenti di produzione bellici in Gran Bretagna e gli obiettivi cambiavano spesso, o erano poco chiari. La mancanza di una strategia efficace segnò il fallimento dell’operazione. Il 10 maggio, gli ultimi bombardamenti distrussero parte della Camera dei Comuni, dove Winston Churchill si recò a vedere le conseguenze.