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  • Martedì 10 maggio 2011

Attaccare un manifesto, almeno

Alessandro Baricco su quello che facciamo per migliorare il mondo

Repubblica anticipa un testo di Alessandro Baricco tratto da una raccolta pubblicata da Amnesty International e Fandango intitolata “Io manifesto per la libertà”, sulle campagne per i diritti umani.

Un giorno ho portato mio figlio a Cinecittà, a Roma, mi sembrava un posto che doveva vedere, dato che la sua idea di cosa fare da grande è fare film come Star Wars. Per il momento ha 11 anni.
Ha tempo, direi, per cambiare idea, comunque una gita a Cinecittà poteva servire.
A un certo punto mi ha chiesto chi l’aveva fatta, Cinecittà. “Il fascismo”, gli ho detto. “L’hanno fatta quando tuo nonno aveva otto anni e in Italia c’era il regime fascista”. La cosa gli ha creato un po’ di confusione. Mio figlio è cresciuto in un ambiente inesorabilmente antifascista. Non siamo stati lì molto a sottilizzare, in famiglia: ci è sembrato pratico orientarlo a considerare il periodo fascista come un passaggio triste della storia patria, e amen. Non gli quadrava molto, quindi, che quella figata l’avessero fatta proprio in quegli anni. Allora ho capito che dovevo spiegargli qualcosa di più.
Quello che gli ho spiegato è che il regime fascista aveva governato questo paese a lungo e sicuramente qualcosa di buono l’aveva fatto.
Non mi veniva in mente niente in particolare, ma devo avergli fatto notare, ad esempio, che le autostrade avevano incominciato a farle loro, per rompere l’isolamento di tante parti d’Italia e modernizzare il paese. Probabilmente devo anche aver detto qualcosa a proposito dei due mondiali di calcio vinti dall’Italia in quegli anni: è il genere di cosa che per un undicenne significa molto.

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