Che cosa succede quando vieni sepolto in mare
Il corpo di bin Laden dovrebbe essere digerito da animali e microorganismi nel giro di pochi mesi
Dopo aver catturato e ucciso Osama bin Laden nel suo nascondiglio ad Abbottabad in Pakistan, le autorità statunitensi hanno riferito di aver trasferito il suo corpo in Afghanistan e successivamente sulla portaerei Carl Vinson nel nord del Mar Arabico per seppellirlo in mare. Il cadavere di bin Laden è stato lavato e preparato secondo quanto previsto dal rito islamico. Dopo una breve cerimonia, il corpo è stato avvolto in un telo con alcune zavorre ed è stato poi deposto in mare. Come spiega Dave Gilson sul sito del giornale liberal Mother Jones, la Marina statunitense non poteva organizzare per bin Laden funerale più ecologico. Il suo corpo si decomporrà rapidamente nelle acque relativamente calde del Mar Arabico e sta già diventando il pasto di milioni di microorganismi e di qualche specie ittica.
Non si sa di preciso quanto impieghi un corpo a decomporsi nelle acque del mare, ma esperti e ricercatori negli ultimi anni hanno condotto diversi studi e analisi per capire quanto tempo ci mettano le acque marine per “digerire” un corpo umano. I resti di bin Laden potrebbero sparire entro i prossimi sei mesi, ma molto dipende dalle variabili in campo. I tempi di decomposizione sono legati al modo in cui è stato trattato il corpo prima di immergerlo in acqua, alla temperatura media del mare e alla presenza di specie particolarmente voraci. In linea di massima, più calda è l’acqua, meno tempo ci vuole perché il corpo venga disciolto e digerito dai microorganismi e dagli altri animali che popolano mari e oceani. Le temperature nel Mar Arabico sono mediamente alte e, a meno che il corpo di bin Laden non sia finito a grandi profondità, questo dovrebbe accelerare la scomparsa dei suoi resti.
Uno studio pubblicato nel 2008 sulla rivista Forensic Sciences ha portato due esempi per dimostrare come possano variare i tempi di decomposizione. I resti di una persona rimasta uccisa in un incidente aereo furono trovati sostanzialmente intatti a 34 giorni dalla morte. Il corpo era al largo della Sicilia ed era sprofondato fino a 500 metri, in acque particolarmente fredde. Un corpo rimasto sott’acqua per tre mesi trovato a sud al largo della coste africane era completamente scheletrificato: le sue carni erano state digerite da una specie di gamberetto molto vorace.
Altri ricercatori hanno provato a testare direttamente la progressione della decomposizione in acqua di mare. Per farlo hanno utilizzato la carcassa di un maiale, animale le cui carni per densità e tipologia sono molto simili alla nostra, collocata a una profondità di circa cento metri. In poco tempo i resti del maiale hanno attirato diverse specie di microorganismi e successivamente animali di grande stazza, compreso uno squalo.
Secondo un esperto di funerali in mare, Brad White, il corpo di bin Laden in questi giorni sta subendo una simile sorte. Le acque calde del Mar Arabico, temperature medie in questa stagione intorno ai 26 °C, e la presenza di squali e altri predatori saranno la principale causa della scomparsa dei resti del terrorista.
White ha 52 anni e da sei anni organizza e gestisce i funerali della New England Burials, la sua società di pompe funebri di Scituate Harbor nel Massachusetts. Le richieste per questo tipo di cerimonia sono ancora poche e mediamente White seppellisce nelle acque dell’Atlantico un corpo ogni due mesi. «Le persone che vogliono essere sepolte in mare in genere amano l’oceano, non vogliono essere cremate e preferiscono “cenere alla cenere, polvere alla polvere”. Vogliono diventare nuovamente parte della Terra attraverso i nostri oceani» spiega il capitano.
Per le sue cerimonie, White ha studiato diversi documenti storici sulle cerimonie funebri condotte in mare. Nel diciottesimo e nel diciannovesimo secolo i marinai britannici e americani che morivano nel corso della navigazione venivano avvolti in un telo, spesso in parti di vele non più utilizzate, insieme ad alcune palle di cannone o altre zavorre e poi gettati in mare. Mantenere a bordo i cadaveri fino a destinazione era impraticabile perché ci sarebbero stati problemi di conservazione del corpo e rischi sanitari per i marinai a bordo. Le spoglie di Horatio Nelson, morto nella battaglia di Trafalgar nel 1805, furono conservate in una botte contenente brandy, canfora e mirra fino al ritorno in patria, dove ebbe poi il funerale, ma si tratta di un’eccezione.
Sulla base dei documenti d’epoca, White ha realizzato l’Atlantic Sea Burial Shroud, una sacca per cadaveri disponibile in sette colori nella quale possono trovare spazio il corpo del defunto e alcune palle da cannone, che servono come zavorra per assicurarsi che la sacca raggiunga il fondale. Alcuni fori presenti nella sacca permettono all’aria di uscire per far spazio all’acqua e consentono ai microorganismi di iniziare a digerire il defunto.
Secondo l’esperienza di White, l’uso della sacca ha un impatto minore sia per l’ambiente che per i familiari che assistono alla cerimonia rispetto a una bara tradizionale. La Marina statunitense, per esempio, offre la possibilità ai veterani di guerra di farsi seppellire nelle acque dell’oceano. Le bare vengono sigillate e poi perforate per far sì che l’acqua vi entri e aiuti le zavorre nel far inabissare il corpo. La Marina consiglia anche di utilizzare alcune catene per evitare che il coperchio della bara si stacchi quando impatta contro l’acqua. C’è da dire che nelle cerimonie civili la bara viene calata in acqua da pochi metri di altezza, cosa che invece non accade per le cerimonie a bordo delle navi da guerra dove l’altezza del ponte supera anche i quindici metri.
Un servizio funebre completo in mare gestito da White costa di base 9.750 dollari e negli Stati Uniti prima di poter celebrare la cerimonia bisogna inviare una notifica all’EPA, l’ente che si occupa della protezione dell’ambiente. La preoccupazione principale dell’istituzione è che una volta sepolto, il corpo possa nuovamente affiorare. L’ente ha emesso alcune linee guida: il funerale deve svolgersi ad almeno cinque chilometri di distanza dalla costa e in una zona in cui il mare sia profondo almeno duecento metri. L’EPA consiglia anche di aggiungere 3,6 chilogrammi di zavorra per ogni chilo. Questo assicura che il corpo non riaffiori, anche se talvolta capitano degli avvistamenti di cadaveri sepolti in mare e tornati a galla.
La scelta di seppellire in mare il corpo di bin Laden è stata molto dibattuta da studiosi dell’Islam e da alcuni Imam, che si sono detti a favore o contrari a una simile soluzione. Il Corano prescrive che i defunti vengano seppelliti nella terra, a una profondità tale «da impedire all’odore di affiorare e agli animali predatori di accedere al corpo». Se però una persona muore in mare ed è impossibile riportarla a terra prima che si decomponga, la sepoltura in mare diventa possibile. Il Pentagono ha confermato di aver seppellito il cadavere di bin Laden nel Mar Arabico perché nessun paese si era offerto di conservarne i resti e per evitare che si creasse un luogo di pellegrinaggio per far visita alla salma del leader di al Qaida.