I 40 anni del Manifesto
Che per festeggiare va in edicola a 50 centesimi
Fabio Martini celebra sulla Stampa i quarant’anni del quotidiano il Manifesto, che per festeggiare oggi è in vendita a 50 centesimi.
Tutto finì per precipitare nell’estate del 1969. La Rivista del Manifesto pubblicò un editoriale dal titolo eloquente, «Praga è sola», e dall’argomento scomodo: l’isolamento dei comunisti cecoslovacchi, un anno prima soffocati dai carri armati sovietici e poi dimenticati da tanti compagni. Nel Pci «venne giù il mondo», come ricorda Rossana Rossanda, tanto è vero che nel giro di qualche settimana il gruppo del Manifesto viene espulso dal Partito comunista italiano. Diciassette mesi più tardi – il 28 aprile 1971, esattamente 40 anni fa – nasce il Manifesto, quotidiano comunista che rivela subito un profilo originale, anticonformista, spesso libertario. Da allora sono trascorse due generazioni e molto è cambiato nell’identità di quel giornale, come dimostra la recentissima pubblicazione dell’articolo del professor Alberto Asor Rosa, nel quale si sosteneva che la «democrazia si salva, forzando le regole», con l’aiuto dei carabinieri e della polizia. Una sorta di «pronunciamento» dal vago sapore golpista che l’indomani è stato difeso dalla direttrice Norma Rangeri: «Che tristezza: Asor Rosa è un intellettuale che esprime liberamente il suo pensiero, talvolta in modo paradossale».
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