La benzina negli Stati Uniti
Il carburante è arrivato a costare l'equivalente di 0,7 euro al litro e gli americani danno la colpa al Presidente
Il progressivo aumento dei costi della benzina potrebbe rappresentare un importante fattore a svantaggio di Barack Obama in vista della campagna elettorale per le presidenziali del 2012. Secondo un recente sondaggio commissionato da CBS News e New York Times, il livello di scontento della popolazione sulle politiche economiche del presidente ha raggiunto il 57 per cento e potrebbe aumentare ancora nei prossimi mesi, specie se il costo della benzina continuerà ad impennarsi in un paese abituato a pagare relativamente poco per un pieno in proporzione ai prezzi pagati in media in Europa.
Il prezzo della benzina negli Stati Uniti è ora pari a 3,88 dollari per gallone (0,7 euro al litro) ed è aumentato di 81 centesimi al gallone (15 centesimi al litro) dallo scorso gennaio. Per trovare un picco analogo, occorre andare indietro fino all’estate del 2008 quando raggiunse i 4,11 dollari per gallone (0,74 euro al litro) e secondo numerosi analisti il prezzo potrebbe ulteriormente aumentare nel corso dei prossimi mesi estivi in seguito alla variazione della domanda.
Sei americani su dieci dicono di aver ridotto l’utilizzo dell’automobile per spostarsi a causa dei prezzi più alti del solito per fare il pieno. Secondo sette intervistati su dieci, il caro benzina causa difficoltà ai bilanci familiari e complica la situazione per chi soffre ancora degli effetti della crisi economica.
Secondo gli analisti, i prezzi destinati ad aumentare ancora della benzina potrebbero condizionare sensibilmente la campagna elettorale di Obama per la rielezione. Tra gli elettori indipendenti, quelli che non sono iscritti alle liste né come repubblicani né come indipendenti, sei su dieci dicono di non voler sostenere la rielezione del presidente alla luce degli attuali aumenti del prezzo dei carburanti. Se la cava meglio il potenziale candidato repubblicano Mitt Romney, che vince di 24 punti nel consenso tra gli indipendenti.
Nella scorsa campagna elettorale, Obama sfruttò il caro benzina per criticare le politiche di George W. Bush, accusato anche di essere strettamente legato alla lobby della compagnie petrolifere che traevano maggiori profitti dal costo più alto del petrolio. I prezzi poi crollarono repentinamente con l’inizio della crisi economica, condizione che Obama riuscì a cavalcare abilmente attribuendo altre responsabilità alle politiche economiche dei Repubblicani. Ora la situazione potrebbe ribaltarsi e pesare sulla campagna per la rielezione, specie se i prezzi continueranno a mantenersi alti anche nel 2012 con nuovi picchi nell’estate del prossimo anno.