Italia e Francia cercano di mettersi d’accordo
Cosa c'è sul tavolo del complicato vertice di oggi tra Berlusconi e Sarkozy
Oggi in Italia, a Roma, si terrà un importante vertice tra Italia e Francia. Importante perché, nel polveroso rituale di buoni propositi spesso esibito da questo genere di incontri, saranno sul tavolo delle questioni reali e concrete – l’intervento in Libia, la questione immigrazione, la nomina di Mario Draghi alla testa della Banca Centrale Europea – e perché arriva in uno dei momenti più delicati degli ultimi anni, nei rapporti tra Italia e Francia. Le operazioni militari in Libia, l’attivismo del governo per frenare l’acquisto di Parmalat da parte della francese Lactalis e lo status legale dei migranti arrivati in Italia dal Nordafrica, infatti, hanno messo alla prova le relazioni dei due Paesi. Il vertice di oggi avrebbe dovuto tenersi fra qualche mese ma è stato anticipato proprio per evitare di comprometterle del tutto.
La decisione di Berlusconi di aumentare l’impegno dell’Italia nell’operazione militare in Libia – ieri è stato annunciato che gli aerei italiani parteciperanno ai bombardamenti – avvicina la posizione del governo italiano a quella del governo francese, che fin dall’inizio della guerra si è fatto notare per la sua intraprendenza. Allo stesso modo, il probabile sostegno di Sarkozy e della Francia a Mario Draghi come presidente della Banca Centrale Europea soddisfa il governo italiano. Il successore di Trichet dovrebbe essere eletto il prossimo 24 giugno. I punti di consonanza, però, finiscono qui: e comincia invece la discussione sull’immigrazione, che ha molto diviso Italia e Francia.
La Francia ha molto criticato l’Italia per la decisione di assegnare dei permessi di soggiorno temporanei ai migranti tunisini, così da permettere loro di spostarsi oltreconfine. L’Italia, dall’altro lato, ha accusato la Francia per la sua decisione di non lasciar entrare i migranti, rifiutando di farsi carico almeno di parte delle persone arrivate in Italia nelle ultime settimane. La polemica ha portato a mettere in discussioni gli accordi di Schengen, quelli sulla libera circolazione delle persone e delle merci, in un contesto in cui né Berlusconi né Sarkozy, incalzati l’uno dalla Lega Nord e l’altro dal Front National, possono permettersi grandi passi in avanti.
Ora sembra che dallo scontro i due paesi si siano trovati d’accordo sul proporre all’Unione Europea una revisione dell’accordo di Schengen. L’accordo, stando a quanto anticipato oggi dalla stampa, prevederebbe l’introduzione di alcune “clausole di salvaguardia” che permettano ai due paesi di ripristinare i controlli alle frontiere in caso di emergenza. Così scrive Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera.
La lettera da spedire a Bruxelles è apparsa la migliore soluzione per poter affermare pubblicamente che Italia e Francia sono pronte a fare fronte comune di fronte al problema dei flussi migratori e insieme chiedono un «potenziamento di Frontex», l’agenzia europea che dovrebbe gestire e risolvere la questione dei controlli marittimi. L’intesa tecnica — che dovrebbe essere ratificata oggi con la firma di Berlusconi e Sarkozy in calce alla missiva — prevede anche che si chieda all’Unione «un maggior impegno nel rapporto con i Paesi terzi della sponda sud del Mediterraneo», che però li obblighi a impegni formali per combattere l’immigrazione illegale attraverso la vigilanza delle proprie coste e l’accettazione dei rimpatri. Ma anche una «solidarietà concreta» degli Stati membri nei confronti di chi si trova esposto a un’emergenza.
Al vertice di oggi parteciperanno il premier italiano Silvio Berlusconi e il premier francese François Fillon, il presidente francese Nicolas Sarkozy, i ministri dell’Interno Roberto Maroni e Claude Guéant, i ministri degli Esteri Franco Frattini e Alain Juppé, i ministri dell’Economia Giulio Tremonti e Christine Lagarde. L’iniziativa italo-francese su Schengen, dovesse andare in porto, dovrebbe essere discussa già il 4 e il 5 maggio dalla Commissione europea.
foto: ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images