Gabriel Metsu, pittore fiammingo
Apre a Washington una mostra su un autore che fino a un secolo fa era ben più famoso di Vermeer
La National Gallery di Washington ha inaugurato da pochi giorni una mostra monografica dedicata al pittore olandese Gabriel Metsu. Facile non averne mai sentito parlare: quella di Washington è una delle prime mostre dedicata a lui da diversi decenni a questa parte, preceduta da una tenutasi al Rijksmuseum di Amsterdam fino a marzo scorso. Eppure, come racconta Newsweek, per almeno due secoli Metsu fu un artista molto rinomato. A partire dalla metà del XIX secolo, i critici iniziarono a trovare ben più moderno e interessante un altro autore olandese, Jan Vermeer, condannando Metsu a essere dimenticato. La fama di Vermeer è aumentata nel corso del Novecento fino a diventare uno degli artisti fiamminghi più noti al grande pubblico grazie al romanzo La ragazza con l’orecchino di perla, bestseller del 1999 della scrittrice americana Tracy Chevalier.
Quasi coetanei (Metsu nacque nel 1629, tre anni prima di Vermeer), entrambi si dedicarono soprattutto a ritratti e scene di interni borghesi: donne che suonano il liuto o la spinetta, persone chine su un tavolo sotto una finestra a leggere o scrivere una lettera. L’opera di Metsu venne lodata dal poeta Jan Vos già mentre il pittore era in vita, e quando, ai primi del Settecento, il pittore e scrittore olandese Arnold Houbraken raccolse diverse centinaia di biografie di artisti suoi conterranei, dedicò due pagine intere a Metsu e solo un accenno di sfuggita a Vermeer. Newsweek riporta il giudizio dello scrittore John Smith, ancora intorno al 1840, che parla della «superiorità di Metsu sopra ogni altro artista della scuola olandese».