Un altro giorno di violenze in Siria
I funerali delle vittime di ieri sono diventate l'occasione per nuove proteste duramente represse, si stimano 12 morti
Oggi si sono tenuti, in diverse città siriane, i funerali delle vittime della sanguinosa repressione di ieri, la giornata che in più di un mese di proteste ha visto il più alto numero di morti. Centinaia e centinaia di persone hanno partecipato alle cerimonie funebri, che si sono trasformate in nuove manifestazioni per protestare contro la corruzione, chiedere un’apertura democratica da parte delle autorità e mettere fine alla presidenza di Bashar Al-Assad.
In molti quartieri di Damasco e in diverse città del paese, tra cui Izra’a nel sud e Irbeen nei pressi della capitale, le forze di sicurezza hanno aperto il fuoco sui manifestanti riunitisi per i funerali, uccidendo diverse persone. La stessa repressione armata si è avuta a Harasta, vicino a Damasco, dove si stava tenendo un sit-in per richiedere il rilascio dei prigionieri politici. Il bilancio è in continuo aggiornamento man mano che arrivano notizie dalle diverse località; al momento pare che i morti accertati siano almeno dodici in tutto il paese.
In segno di protesta contro le uccisioni dei manifestanti, due membri del parlamento hanno rassegnato le dimissioni. Il parlamento siriano è nominato dal governo e le dimissioni sono rarissime.
Foto: una manifestazione di solidarietà alle proteste siriane nel nord del Libano.
(AFP/Getty Images)