La scena dell’omicidio, tatuata sul petto
In California un caso di omicidio è stato risolto a distanza di anni grazie a un tatuaggio
Il fenomeno delle gang criminali è molto diffuso negli Stati Uniti, in particolare nelle aree di Chicago e Los Angeles. Tra i suoi soprannomi, la città della California ha anche quello di “capitale americana delle gang”, con un numero di gruppi differenti stimato in circa 1.300. Questi si combattono sanguinosamente per il controllo del traffico di droga e dell’estorsione. L’appartenenza alle varie gang è esibita dai suoi membri con particolari modi di vestire e con cenni di saluto. Ma anche con tatuaggi: il Los Angeles Times racconta di un caso in cui proprio un tatuaggio ha portato, a distanza di anni, all’identificazione di un omicida.
Quando il giovane Anthony Garcia fu fermato in un normale controllo stradale a Pico Rivera, una cittadina della contea di Los Angeles, e portato alla stazione di polizia perché sospettato di avere una patente di guida non valida, si seguì la normale procedura di schedatura per i sospettati di appartenere a una delle gang californiane. Gli venne chiesto di mettersi a petto nudo e venne fotografato da poliziotti esperti nella simbologia dei tatuaggi dei gruppi criminali. Sono gli stessi simboli che vengono disegnati con lo spray sui muri per delimitare il territorio delle bande, ma che aiutano anche i testimoni a riconoscere gli autori dei crimini. Poi la foto di Anthony Garcia venne schedata.
Sul petto, sotto la scritta “Rivera kills” – un riferimento alla gang a cui apparteneva Garcia, Rivera-13 – quella che sembrava una grossa arachide veniva crivellata di colpi da un elicottero che gli piombava addosso dall’alto. Lo sfondo della scena era una rivendita di alcolici. “Arachidi” è il modo in cui sono chiamati in gergo gli appartenenti alle gang rivali. Il tatuaggio era stato più volte ritoccato nel corso degli anni, per aggiungere particolari alla scena.
Diverso tempo dopo, l’investigatore Kevin Lloyd stava sfogliando le foto segnaletiche quando il suo occhio cadde sul tatuaggio di Garcia. Si ricordò di quando, nel 2004, era arrivato sulla scena dell’omicidio di John Juarez, 23 anni. Nella foto che aveva davanti, l’ambiente era riprodotto nel dettaglio: le luci natalizie sotto l’insegna del negozio, i segnali stradali sul lampione dall’altro lato della strada. Dopo qualche verifica, Lloyd fece arrestare il ragazzo. In cella gli misero accanto un detenuto che si presentava come membro di una gang, ma che in realtà era un poliziotto sotto copertura. Non ci volle molto tempo prima che Garcia iniziasse a vantarsi dell’azione che aveva disegnata sul petto e questa settimana è stato ufficialmente incriminato per omicidio.
Foto: YURI CORTEZ/AFP/Getty Images