Perché Ciancimino è stato arrestato

Il controverso supertestimone è accusato di avere "manomesso" un documento sulla presunta trattativa tra Stato e mafia

© Marco Merlini / LaPresse
25-11-2010 Roma
Politica
Trasmissione televisiva 'Annozero'
Nella foto Massimo Ciancimino

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Rome, 25-11-2010
Politic
Television political talk show 'Annozero'
In the photo Massimo Ciancimino
© Marco Merlini / LaPresse 25-11-2010 Roma Politica Trasmissione televisiva 'Annozero' Nella foto Massimo Ciancimino © Marco Merlini / LaPresse Rome, 25-11-2010 Politic Television political talk show 'Annozero' In the photo Massimo Ciancimino

Questa mattina Massimo Ciancimino è stato arrestato a Bologna su ordine della procura di Caltanissetta. Ciancimino è accusato di calunnia aggravata nei confronti di Gianni De Gennaro, ex capo della Polizia, il cui nome appare in uno dei documenti che Ciancimino ha consegnato alla procura di Palermo.

Massimo Ciancimino è il figlio di Vito Ciancimino, il sindaco di Palermo all’inizio degli anni Settanta condannato per mafia e morto nel 2002. Dall’aprile del 2007 a oggi, Massimo Ciancimino è stato sottoposto a diversi interrogatori nell’ambito delle inchieste aperte dalle procure di Palermo e Caltanissetta sul periodo delle stragi di Cosa Nostra tra il 1992 e il 1993. Ciancimino collabora con varie procure, a cui ha fornito racconti di vicende occorse a suo padre e una vasta quantità di documenti – spesso definiti “pizzini” – che contengono nomi, dati e date. Ad alcuni di questi documenti si devono anche le inchieste sulle presunte trattative tra Stato e mafia negli anni Novanta.

Ciancimino, che nel frattempo è stato condannato per riciclaggio e indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, ha detto molte cose: alcune si sono rivelate veritiere, alcune no. Spesso si è contraddetto. I magistrati della procura di Firenze hanno considerato inattendibili le sue deposizioni; quelli di Palermo invece lo considerano attendibile. “Tra i tanti magistrati che si sono occupati delle sue fluviali dichiarazioni”, ha scritto in passato Giovanni Bianconi sul Corriere, “c’è chi è propenso a dargli fiducia e chi è più scettico, ma nessuno finora s’è sentito di depennarlo dall’elenco delle fonti di prova nelle sue inchieste”.

È stata proprio la procura di Palermo, una di quelle che lo considera attendibile, a disporre un provvedimento urgente di fermo “per pericolo di fuga”: le agenzie di stampa riferiscono che Ciancimino era sul punto di andare in Francia per Pasqua, e che sarebbe tornato già lunedì. Ciancimino è accusato di avere manomesso uno dei documenti consegnati alla procura, nel quale appare il nome di Gianni De Gennaro, ex capo della Polizia e oggi direttore del Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza. Il documento presenta un elenco di nomi di membri delle istituzioni che avrebbero avuto un ruolo nella presunta trattativa tra Stato e mafia. Secondo una perizia ordinata dalla Direzione distrettuale antimafia e consegnata giovedì ai pm Ingroia, Di Matteo e Guido, il nome di De Gennaro sarebbe stato aggiunto successivamente alla iniziale redazione del manoscritto.

Ciancimino martedì dovrà deporre a Palermo nel processo contro il generale del ROS Mario Mori. È stato raggiunto al telefono dall’AGI e ha detto così.

«Sono sereno e certo di poter chiarire tutto domani nel corso di un interrogatorio. Mi si contesta la falsificazione di un documento sugli oltre 250 consegnati ai magistrati. Ho sempre detto di non conoscere l’origine del materiale che fornivo alle procure. Non comprendo però il fatto che mi venga contestato il pericolo di fuga visto che ho sempre collaborato e nei prossimi giorni sarei tornato a Palermo per essere sentito dai magistrati»

foto: Marco Merlini / LaPresse