La versione di Nicole Minetti
Cosa c'è nella memoria difensiva del consigliere regionale lombardo indagato nel caso Ruby
Due giorni fa le agenzie avevano diffuso la notizia secondo cui Nicole Minetti, consigliere regionale della Lombardia, indagata a Milano per induzione e favoreggiamento alla prostituzione, anche minorile, insieme a Emilio Fede e Lele Mora, avesse consegnato ai giudici di Milano una memoria difensiva. L’indiscrezione sosteneva pure che in questa memoria Minetti scaricava le responsabilità su Fede e Mora, anche se Minetti stessa ha giudicato la tesi infondata. Emilio Randacio di Repubblica ha messo le mani sul testo della memoria difensiva e oggi ne riproduce alcuni stralci.
Stando a questi stralci, che certo non possono darci un punto di vista completo sul contenuto del documento, Nicole Minetti si tira fuori dal contesto che ha portato la minorenne Karima El Marhoug ad Arcore. Lo fa citando le parole della stessa Ruby, che più volte in queste settimane ha indicato Emilio Fede “come vettore nella conoscenza di Lele Mora e Silvio Berlusconi”.
Per Nicole Minetti e il suo avvocato non c’è un solo elemento in mano all’accusa che indichi come la strada per villa San Martino, per le serate del bunga bunga, la minorenne marocchina Ruby Karima l’abbia imboccata grazie all’aiuto della giovane igienista dentale. Ci sono invece numerosi elementi, agli atti dell’inchiesta, che consentono di accertare come Ruby sia stata accompagnata su quella strada dai due co-indagati, l’agente Mora e il direttore del Tg4.
La storia è nota perché la stessa Ruby l’ha raccontata più volte: conosce Fede durante i concorsi di bellezza, Fede la contatta promettendole lavoro a Milano, Fede porta Ruby nell’agenzia di Mora che poi la invita alla prima cena ad Arcore (sia Mora che Fede hanno contestato questa versione). La difesa prosegue sempre citando Ruby, secondo cui anche “il secondo incontro avvenuto sempre ad Arcore nel mese di marzo 2010” fu possibile “grazie a una telefonata di Mora il quale, a detta dello stesso Berlusconi si era raccomandato di trattarmi bene in quanto mi vuole bene come a una figlia”. Insomma, dice la memoria difensiva in conclusione:
Nicole Minetti non ha portato la prima volta ad Arcore Karima El Mahroug, non ha mai consegnato alla stessa denaro o altre utilità e non ha mai ottenuto alcun vantaggio dagli asseriti rapporti che la minore avrebbe avuto con il Presidente, così come non li ha mai favoriti.
Stando a queste ricostruzioni, non è chiaro se la memoria difensiva di Nicole Minetti contiene anche riferimenti relativi al reato di induzione e favoreggiamento alla prostituzione, oltre che a quello di induzione e favoreggiamento della prostituzione minorile. I pm, infatti, accusano il consigliere regionale lombardo di avere avuto un ruolo attivo nel trovare e portare ad Arcore decine di ragazze che si sarebbero poi prostituite.
foto: AP Photo/Luca Bruno