Il nuovo sarcofago di Chernobyl
L'Ucraina sta raccogliendo i fondi per costruire un nuovo involucro intorno al reattore 4 e contenere le radiazioni
Il 26 aprile del 1986 un’esplosione nell’impianto nucleare di Chernobyl, in Ucraina, portò alla fuoriuscita di una grande quantità di radiazioni che viaggiarono nell’atmosfera contaminando la Russia occidentale e l’Europa. A un quarto di secolo dal più grave incidente nucleare della storia, l’Ucraina ha organizzato una conferenza internazionale per fare il punto sui nuovi fondi necessari per mantenere in sicurezza la centrale, che contiene ancora buona parte del materiale radioattivo utilizzato un tempo per produrre l’energia elettrica. Il presidente ucraino, Viktor Yanukovich, ha detto di aver raccolto circa 550 milioni di euro, una cifra distante dai circa 700 milioni fissati come obiettivo dal paese.
I nuovi fondi serviranno per costruire un nuovo involucro intorno al reattore 4 dell’impianto, il cui attuale rivestimento sta iniziando a sgretolarsi e potrebbe portare alla fuoriuscita di materiale radioattivo. La struttura inizia a creparsi e questo potrebbe un giorno esporre le duecento tonnellate di materiale radioattivo conservate ancora all’interno dell’impianto.
Il reattore 4, quello dove si verificò la fusione del nocciolo con due conseguenti esplosioni che fecero scoperchiare la copertura e dispersero le radiazioni nell’atmosfera, è racchiuso in un “sarcofago” di cemento costruito rapidamente dopo l’incidente per consentire ai tecnici di lavorare sugli altri reattori della centrale. I piani prevedevano che entro la fine del 2005 si procedesse alla costruzione di un nuovo sistema di contenimento, ma la nuova copertura non è stata ancora realizzata.
Il nuovo progetto, per il quale sono stati raccolti i fondi, prevede la costruzione di una cupola alta circa 90 metri (una struttura a doppia volta) con elementi prefabbricati da costruire a qualche centinaio di metri di distanza dal reattore per evitare eccessive esposizioni dei lavoratori alle radiazioni. La campata degli archi sarà di 270 metri per quello superiore e di 240 per quello inferiore. Una volta montata, la struttura sarà trasportata al di sopra del vecchio sarcofago e, secondo i progettisti, consentirà di mantenere in sicurezza l’impianto per almeno un secolo. Questo video del Guardian ne spiega bene il funzionamento.
Buona parte dei fondi arrivano dall’Unione Europea e dalla Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo. I paesi che hanno partecipato alla conferenza internazionale hanno però ricordato che ci troviamo nel mezzo di una crisi economica, condizione che potrebbe rallentare l’arrivo dei contribuiti dai vari stati che finanzieranno l’opera. L’incontro a Kiev ha anche segnato l’inizio della settimana di commemorazioni per le vittime del disastro nucleare di Chernobyl.
Le morti ufficialmente ricondotte all’incidente del 1986 furono 31, tutte persone che hanno lavorato al reattore. Più difficile è il calcolo delle persone che negli anni sono morte a causa delle radiazioni. L’Organizzazione Mondiale della Sanità parla di 4000 – 9000 possibili morti, mentre associazioni ambientaliste come Greenpeace arrivano a stimare 200mila vittime.
La città di Pripyat, la più vicina all’impianto nucleare di Chernobyl, fu evacuata in seguito all’incidente nucleare e da allora è diventata sostanzialmente una città fantasma. Era stata fondata nel 1970 come villaggio operaio per i tecnici che avrebbero poi lavorato all’impianto e verso la fine degli anni Ottanta contava circa 50mila abitanti. Parte della popolazione si trasferì successivamente a Slavutych, una nuova città costruita dopo il disastro per ospitare i tecnici della centrale a una distanza di sicurezza dall’impianto.
Buona parte degli edifici e delle infrastrutture di Pripyat sono ora diroccati o hanno subito atti vandalici perché completamente incustoditi. Molti tetti sono crollati e con la pioggia le case si allagano e non è insolito vedere piante che sbucano fuori dagli edifici. L’area potrebbe essere trasformata in una attrazione turistica per fare conoscere meglio gli effetti del disastro nucleare. «La zona intorno a Chernobyl non è così spaventosa come tutto il mondo pensa», ha detto un portavoce del ministro per l’Emergenza «vogliamo lavorare con grossi operatori turistici e attrarre turisti occidentali».