La vittoria dei populisti in Finlandia
Sconfitto il partito di Centro della premier Mari Kiviniemi, i Veri Finlandesi hanno quasi quadruplicato i loro voti
I primi risultati delle elezioni in Finlandia – che verranno confermati ufficialmente mercoledì – hanno sancito una preoccupante ascesa dei partiti antieuropei, che potrebbero mettere a rischio l’approvazione degli aiuti economici e del pacchetto di salvataggio destinati al Portogallo.
Il primo partito del Paese resta il Partito di coalizione nazionale – liberale, europeista, molto forte a Helsinki e tra la ricca borghesia – che ha guadagnato 44 seggi su 200, seguito con un margine strettissimo dai Socialdemocratici che ne hanno presi 42 e dai Veri Finlandesi che sono passati dal 4 per cento del 2007 al 19 per cento, ottenendo 39 seggi. I socialdemocratici hanno criticato molto la modalità di elargire i fondi agli altri paesi europei sostenendo che debba essere riveduta, mentre i Veri Finlandesi – da sempre “euroscettici” e contrari all’immigrazione – hanno chiaramente detto che la Finlandia non dovrebbe pagare debiti per i paesi spreconi.
Il loro leader Timo Soini ha detto che cercherà di impedire l’approvazione dei fondi per il Portogallo, che verrà votata prossimamente in Parlamento. Il grande perdente delle elezioni è invece il partito di Centro, uno dei più tradizionalmente forti del paese, che ha perso ben 15 seggi posizionandosi al quarto posto. La sua leader, Mari Kiviniemi, lascerà l’incarico di primo ministro e Jyrki Katainen, alla guida del Partito di coalizione nazionale, dovrà aprire un dialogo con i Socialdemocratici o i Veri Finlandesi.
La Finlandia ha promesso circa otto miliardi di euro su un totale di 440 miliardi per un fondo di salvataggio destinato ai paesi europei in difficoltà, ma la cifra potrebbe aumentare in vista di un incremento del fondo di cui l’Unione discute da tempo.
foto: HEIKKI SAUKKOMAA/AFP/Getty Images