Vediamo se Cuba cambia
Raul Castro ha annunciato nuove riforme economiche e un limite di 10 anni per tutte le cariche politiche
Ieri a Cuba si è aperto il VI Congresso del Partito Comunista, il primo dal 1997. Il presidente Raul Castro ha annunciato alcune nuove riforme economiche e la limitazione a dieci anni di tutti i mandati politici. Il congresso è stato preceduto da un’enorme parata militare per le strade dell’Avana, per celebrare il cinquantesimo anniversario della vittoria nella Baia dei Porci. Assente Fidel Castro, di cui il fratello Raul ha preso stabilmente il posto dal 2008, che oggi ha fatto sapere di non avere potuto partecipare per motivi di salute.
L’arrivo di una nuova politica economica era nell’aria ormai da tempo. Lo scorso settembre il governo aveva già annunciato un’apertura alle imprese private e il taglio di mezzo milione di lavoratori statali. Ora è arrivato l’annuncio di nuove leggi che permetteranno ai cubani la compravendita di case e macchine, l’ampliamento del limite delle terre incolte che si possono consegnare in usufrutto ai piccoli contadini, e la consegna di prestiti ai nuovi piccoli imprenditori. Il modello di riferimento per lo sviluppo economico è quello della Cina, ha spiegato il presidente, che ha anche parlato della necessità di ringiovanire il partito. Tutti gli attuali massimi dirigenti dello stato cubano hanno più di settant’anni.
Nell’insieme il discorso di Castro di ieri non ha fatto altro che confermare quello che sapevamo già da alcuni mesi. Il fratello del leader della rivoluzione cubana vuole imprimere una svolta alla politica economica del governo lasciando invariata la forma politica dello stato. «O cambiamo o finiamo dritti al fallimento», aveva detto qualche tempo fa. Presto verrà eliminata anche la storica libreta: la tessera che consente a tutti i cittadini di avere accesso a beni di prima necessità a un prezzo irrisorio. Per le riforme politiche bisognerà aspettare ancora.