Il PdL è preoccupato per Milano
La Stampa fa il punto sui nervosismi e le preoccupazioni nel centrodestra in vista dell'elezione del sindaco
Nelle ultime settimane ci siamo occupati più volte dell’elezione a sindaco di Milano e delle concrete possibilità di Giuliano Pisapia, il candidato del centrosinistra, di battere il sindaco uscente Letizia Moratti. Oggi se ne occupa Marco Alfieri sulla Stampa.
L’ultimo allarme l’ha suonato Maurizio Belpietro, ieri dalle pagine di Libero. «Occhio, che se cade la capitale del centrodestra…».
Milano non è una città tra le altre: le sorti del voto amministrativo di metà maggio hanno una valenza politica, simbolica e nazionale, Silvio Berlusconi lo sa e se ne preoccupa. Una sconfitta nella sua Vandea – per via elettorale, non giudiziaria – segnerebbe il suo lungo regno politico. Per questo sprona il Pdl a rimboccarsi le maniche e correrà da capolista a sostegno di una Letizia Moratti sulla difensiva. Attenta a coltivarsi un profilo civico – dal libretto spedito ai milanesi ai manifesti pieni di numeri – e insieme costretta a buttarla nervosamente in politica accusando lo sfidante, Giuliano Pisapia, di essere indigesto ai moderati perché «favorevole ad aborto, divorzio e droghe leggere».
Che la partita ambrosiana sia apertissima lo dicono molti sondaggi. Per Ipsos il primo turno finisce Moratti al 43%, Pisapia (Centrosinistra) al 42 e Manfredi Palmerí (Terzo Polo) all’8%, con l’avvocato ex Rifondazione vincitore al ballottaggio. Per Euromedia research è Moratti a vincere al primo turno ma sul filo di lana (50,5 vs 40,5%). «Mi sembra ragionevole si vada al ballottaggio, la sfida è aperta», conferma Renato Mannheimer. «Dipenderà molto dalla campagna dell’ultimo mese – continua il sondaggista -, ad oggi continua a mancare un vero tema trainante e trascinante». E senza mobilitazione sono dolori: gli elettori berlusconiani difficilmente tornano alle urne al secondo turno.