La famiglia di Salvador Allende vuole riesumare il suo corpo
Allende morì l'11 settembre 1973, nel giorno in cui i militari di Pinochet prendevano il potere in Cile
La famiglia dell’ex presidente cileno Salvador Allende ha chiesto la riesumazione del suo corpo per accertare definitivamente la causa della sua morte. Allende morì l’undici settembre del 1973, nel giorno in cui il generale Augusto Pinochet prese il potere con un colpo di stato militare.
Le circostanze della morte di Allende non sono mai state del tutto accertate. La versione ufficiale, confermata dal suo medico personale, è che il presidente si tolse la vita con un fucile AK-47 che gli era stato regalato da Fidel Castro per non doversi arrendere a Pinochet. Altri invece sostengono che fu ucciso dai golpisti mentre difendeva La Moneda, il palazzo presidenziale di Santiago del Cile. Durante il suo ultimo discorso da presidente trasmesso via radio poche ore prime della morte, Allende disse: «Viva il Cile! Viva il popolo! Viva i lavoratori! Queste sono le mie ultime parole e ho la certezza che il mio sacrificio non sarà vano. Ho la certezza che, per lo meno, ci sarà una lezione morale che castigherà la vigliaccheria, la codardia e il tradimento».
Salvador Allende era diventato presidente del Cile il 3 novembre del 1970. La sua candidatura era stata da subito fortemente osteggiata dagli Stati Uniti, che in quegli anni erano terrorizzati dalla possibilità che il comunismo contagiasse il Sudamerica. Una volta eletto, Allende iniziò subito a muoversi per realizzare la sua riforma socialista della società cilena. Fu avviato un programma di nazionalizzazione delle principali industrie private e fu creata una sorta di tassa sulle plusvalenze. Il governo inoltre annunciò una sospensione del pagamento del debito estero.
La politica di Allende, sempre più sbilanciata a sinistra verso il socialismo, e i suoi stretti rapporti con Cuba, Fidel Castro trascorse un mese a Santiago nel 1971, allarmarono sempre di più Washington. L’amministrazione Nixon cominciò a esercitare una pressione economica sempre più crescente attraverso diversi canali: l’embargo, il finanziamento degli oppositori politici nel Congresso Cileno e, nel 1972, l’inconsueto appoggio economico erogato al sindacato dei camionisti, che paralizzò il paese con continui scioperi e manifestazioni.
Nell’estate del 1973, i continui scioperi, l’altissimo tasso di inflazione e la mancanza di materie prime avevano precipitato il paese nel caos. L’11 settembre le forze armate guidate dal generale Augusto Pinochet occuparono La Moneda e instaurarono una dittatura che rimase al potere per diciassette anni.