Dove sono finiti i soldi della BP?
Non tutti sono stati usati per ripulire le coste dal petrolio, spiega un'inchiesta di Associated Press
A quasi un anno dal disastro provocato dalla BP in Lousiana, si inizia a fare i conti con qualche concretezza su quello che è stato fatto per ripulire il Golfo del Messico dall’enorme fuoriuscita di petrolio. L’azienda petrolifera finora ha dato 754 milioni di dollari ai vari governi locali e statali delle aree danneggiate dalla falla e 694 milioni di dollari al governo federale degli Stati Uniti. A quanto pare, però, non tutti i soldi sono stati davvero impiegati per ripulire le coste, e in molti casi sono addirittura finiti soltanto col finanziare gli acquisti di iPad e Suv da parte dei vari amministratori locali. Lo racconta un’inchiesta di Associated Press.
A Ocean Springs, in Mississippi, hanno comprato nuove pistole per i poliziotti. A Gulfport hanno comprato un aspiratore da 300mila dollari che non ha ancora aspirato neanche una goccia di petrolio. Il presidente di una contea della Louisiana si è comprato l’ultimo modello dell’iPad, il suo portavoce un computer portatile da 3.100 dollari. E una contea della Florida ha speso 560mila dollari per organizzare concerti rock con cui promuovere il turismo sulle sue spiagge. Gli amministratori si sono giustificati dicendo che si trattava di cose che anche se in modo indiretto sarebbero servite a combattere i danni prodotti dalla perdita di petrolio. In molti casi però la relazione tra la perdita e i soldi spesi è davvero molto remota e un sacco di soldi sono andati a città e paesi che quasi non sono stati toccati dal petrolio.
La BP non aveva posto condizioni particolari da rispettare a fronte del risarcimento. Attaccata da ogni lato per le sue mancanze nella gestione del disastro, decise di distribuire subito grosse somme di denaro per cercare di recuperare almeno parte della sua credibilità. I contratti che furono firmati non stabilirono nessun vincolo sulle modalità d’impiego dei soldi ricevuti, fissando soltanto l’obbligo di stesura di un rapporto annuale. Anche se dai rapporti si dovesse evincere che i soldi non sono stati spesi, o sono stati spesi per cose che non hanno niente a che fare con la perdita, BP non potrebbe comunque chiedere di averli indietro, perché i vari governi locali li hanno ricevuti come contributi a fondo perduto.
William Walker, direttore del Mississippi Department of Marine Resources, ha detto che è ormai chiaro che le varie contee hanno comprato molte più cose rispetto a quelle di cui avevano bisogno, ma che non rimpiange di avere distribuito generosamente i soldi della BP: «In quel momento c’erano milioni di galloni di petrolio nel Golfo del Messico e non avevamo idea se il disastro si sarebbe fermato. Non potevamo aspettare. Abbiamo cercato di mettere i soldi in circolazione il più in fretta possibile. Non avevamo tempo da perdere. Dovevamo muoverci subito».
Il presidente della contea di Lafourche, Charlotte Randolph, si fece dare dei soldi dalla BP per comprarsi un iPad, sostenendo che le sarebbe servito per essere sempre in contatto con lo staff impiegato nelle operazioni durante la crisi. Ma in realtà, secondo i dati analizzati da Associated Press, lo comprò soltanto il 26 agosto: un mese e mezzo dopo l’esplosione della Deepwater Horizon e diverse settimane dopo che il governo federale aveva annunciato che gran parte del petrolio si era già dispersa. A Biloxi, una cittadina sulle rive del Mississippi, comprarono invece 14 tra macchine sportive e pick-up, due barche, due camion per la spazzatura e un Suv per il sindaco A.J. Holloway. Il suo portavoce ha detto ad Associated Press che la macchina, costata oltre 35mila dollari, gli è servita per raggiungere gli «infiniti luoghi» in cui si tenevano gli incontri per decidere come intervenire per arginare la perdita.
Altre comunità hanno usato un approccio più classico nel loro uso dei soldi. Bay St.Louis per esempio ha speso 382.461 dollari per comprare giubbotti di salvataggio, radio, attrezzature stradali ma non ha mai comprato l’equipaggiamento per ripulire la costa che era stato previsto all’inizio. Gli amministratori locali si giustificano dicendo che contavano sul fatto che BP avrebbe pensato a ripulire tutto e che quindi non sentivano l’esigenza di comprare nuove costose apparecchiature. «Avevano già un sacco di strumenti in funzione laggiù», hanno detto «noi non eravamo preparati, non avevamo personale adatto per quel tipo di macchinari».
Louis Skrmetta, uno dei tanti commercianti del Mississippi che sta ancora aspettando una quota dei venti miliardi di dollari stanziati in totale dalla BP, trova che la gestione del risarcimento ottenuto dalle amministrazioni locali sia irritante. Skermetta gestisce una piccola attività turistica: una barca che porta le persone a visitare Ship Island, a circa una quindicina di chilometri da Gulfport, Mississippi. Non riesce a capire come mai BP abbia dato così tanti soldi alle amministrazioni senza dare niente a tutte quelle attività commerciali che erano state colpite. «Non c’è molta logica in quello che è stato fatto», ha detto «guardando indietro è chiaro che si è trattato solo di un modo per farsi belli agli occhi dei politici e dei media».