Gagarin: Le foto del primo uomo nello Spazio
Le immagini dell'impresa di Yuri Gagarin e la sua storia: cinquant'anni fa
di Emanuele Menietti – @emenietti
Il 12 aprile di cinquant’anni fa, Yuri Alekseyevich Gagarin salì a bordo della capsula spaziale Vostok 1 e divenne il primo uomo a viaggiare nello spazio e a orbitare intorno alla Terra. La missione segnò un importante successo per il programma spaziale sovietico, che aveva avviato la corsa verso lo spazio appena quattro anni prima con il lancio del primo satellite artificiale, lo Sputnik 1. Lo spazio era diventato uno dei principali campi di confronto tra Unione Sovietica e Stati Uniti. Le due superpotenze erano in competizione per dimostrare di avere le migliori tecnologie e di essere pronte a portare le logiche della Guerra Fredda anche in orbita.
Nato il 9 marzo del 1934 nel villaggio di Klušino, Gagarin studiò in un istituto di formazione professionale e successivamente in un istituto scientifico, dedicando buona parte del proprio tempo libero allo studio del volo e degli aerei. All’età di 21 anni si iscrisse a una scuola militare per piloti e nel 1957 divenne luogotenente dell’aeronautica sovietica. Nel 1960, dopo una durissima fase di allenamento a tappe forzate per non perdere il vantaggio sugli Stati Uniti, Gagarin fu scelto per partecipare al programma spaziale Vostok, il cui obiettivo principale era portare per la prima volta un essere umano in orbita intorno al nostro pianeta.
Gagarin entrò nella capsula spaziale intorno alle sette del mattino del 12 aprile. La navicella che lo avrebbe trasportato nello spazio era particolarmente piccola, di forma sferica e non consentiva di compiere molti movimenti. All’interno era stata collocata una telecamera, così da consentire al centro di controllo di verificare le condizioni del cosmonauta durante la missione, mai tentata prima. Superati alcuni problemi tecnici, alle 9.07 del cosmodromo di Baikonur il lanciatore fece decollare la Vostok 1 verso lo spazio.
La navicella aveva diversi sistemi automatici di controllo e rispondeva anche ai comandi da terra, mentre a bordo Gagarin non aveva possibilità di controllare direttamente la capsula spaziale. I ricercatori del programma spaziale non erano certi di quali potessero essere le reazioni del corpo umano alla parziale mancanza di gravità e, per non rischiare, avevano deciso di controllare a distanza la Vostok 1, bloccando i comandi a bordo. A Gagarin fu comunque dato un codice per sbloccare le strumentazioni in caso di emergenza.
La missione durò complessivamente 108 minuti dal momento del lancio a quello del ritorno sulla Terra. La capsula fece un’orbita completa intorno al nostro pianeta prima di rientrare nell’atmosfera. Come previsto dalla missione, a circa settemila metri dal suolo, Gagarin si separò dalla capsula compiendo l’ultima porzione del ritorno con un paracadute.
Grazie al successo della missione spaziale e al lavoro della propaganda, Yuri Gagarin divenne rapidamente una celebrità. Dopo una breve esperienza politica nel Soviet, tornò nella Città delle Stelle, il centro militare di addestramento e ricerca sullo spazio della Russia, e lavorò a diversi progetti per la costruzione di nuove tute spaziali più comode e resistenti. Il 27 marzo del 1968, Gagarin morì insieme al proprio copilota in un incidente aereo avvenuto in circostanze poco chiare, che nel corso degli anni hanno alimentato diverse teorie su una cospirazione difficilmente dimostrabili.
Nei giorni seguenti al primo volo spaziale umano, la stampa sovietica non mancò di mettere in evidenza i grandi risultati raggiunti dalla ricerca e dalla tecnologia del programma spaziale sovietico. Gli Stati Uniti si congratularono ufficialmente con l’Unione Sovietica e si diedero da fare per accelerare il loro programma spaziale, arrivando al lancio dell’astronauta Alan Shepard nello spazio il 5 maggio del 1961, tre settimane dopo il lancio dei sovietici. Shepard non raggiunse l’orbita della Terra, ma in compenso fu il primo astronauta a controllare manualmente alcuni comandi della propria capsula spaziale. Il primo americano a raggiungere l’orbita terrestre fu John Glenn il 20 febbraio del 1962, quasi a un anno dal lancio di Gagarin. Gli Stati Uniti erano visibilmente in ritardo nella corsa spaziale, ma erano già al lavoro per il loro nuovo ambizioso obiettivo: camminare sulla Luna.
– Gagarin, di Amedeo Balbi
– Il video con la ricostruzione minuto per minuto della missione di Gagarin