In Giappone si contano ancora i morti
A un mese dal terremoto e dallo tsunami i dispersi sono ancora di più delle vittime accertate
I soldati dell’esercito giapponese hanno lanciato una nuova imponente operazione volta al recupero dei corpi ancora dispersi delle persone uccise dal terremoto e dallo tsunami: all’operazione parteciperanno 22.000 soldati giapponesi e 110 soldati americani, che saranno coadiuvati da diversi tipi di attrezzature. Alcune gru ieri hanno sollevato una barca sotto la quale era rimasta intrappolata un auto, per verificare la presenza di cadaveri al suo interno (non ce n’erano). Altri soldati utilizzano più tradizionalmente delle pale per scavare tra la terra.
L’ultima sessione intensiva di ricerca era durata un’intera giornata e non aveva incluso la zona circostante alla centrale di Fukushima, fatta evacuare poco dopo il disastro. Questa volta i soldati setacceranno anche quell’area, ovviamente indossando adeguati indumenti protettivi per non essere contaminati dalle radiazioni. «Un mese dopo il terremoto e lo tsunami, molte persone non si trovano ancora», ha detto Norikazu Muratani, portavoce del ministero della difesa. «Noi faremo il nostro meglio per trovare i loro corpi e consegnarli alle loro famiglie».
Fino a questo momento è stata accertata la morte di 13.000 persone a causa del disastro. Altre 15.000 sono ancora ufficialmente disperse e non ci sono speranze di trovarle vive: i corpi di molti di loro, portati alla deriva dall’oceano, probabilmente non saranno mai ritrovati. Un’altra operazione intensiva di ricerca dei corpi dei dispersi, lanciata una settimana fa, era durata tre giorni e aveva recuperato appena settanta cadaveri.
foto: Athit Perawongmetha/Getty Images