I guai della SAAB
La casa automobilistica svedese è in crisi e non paga i fornitori, ma punta sui nuovi modelli per il rilancio
La SAAB (Svenska Aeroplan Aktiebolaget, Società per Azioni Svedese Aeroplani) è una casa automobilistica nata negli anni Quaranta dalla maggiore industria aeronautica svedese. Alla fine degli anni ’80 la proprietà passò alla General Motors. Negli ultimi anni, la SAAB è andata incontro a perdite molto rilevanti, ed è stata acquistata dal produttore olandese di auto di lusso Spyker Cars NV nel 2010, anno in cui ha registrato un passivo di 218 milioni di euro. L’Economist si occupa degli attuali problemi della SAAB e delle sue incerte possibilità di ripresa.
Victor Muller, uno dei fondatori della Spyker Cars, punta al mercato crescente in Russia e in Cina per tornare a piazzare sul mercato almeno 80.000 auto all’anno, la quota necessaria per il pareggio di bilancio. Nel 2010, puntando di venderne circa 50.000, SAAB non è andata oltre le 28.000. Questa settimana la fabbrica di Trollhattan, vicino a Goteborg, si è dovuta fermare di nuovo perché i fornitori, non pagati da troppo tempo, hanno interrotto l’invio dei materiali.
C’è qualche segnale positivo per la casa automobilistica, che dagli anni di gloria ha conservato il titolo di fornitore ufficiale di automobili per la casa reale svedese. Le vendite negli Stati Uniti sembrano in netta ripresa e all’ultimo salone dell’auto di Ginevra la SAAB ha presentato una concept car, la PhoeniX, a cui si ispireranno i nuovi modelli del prossimo decennio. Il design aggressivo mostra la volontà dell’azienda di reagire prima che sia troppo tardi: se tutto andrà per il meglio, la SAAB potrà tagliare definitivamente i ponti con la vecchia proprietà della General Motors e cercare nuovi mercati e alleanze.
Foto BJORN LARSSON ROSVALL/AFP/Getty Images