«Non c’è stato alcun errore»
Bruti Liberati ha spiegato la decisione dei pm di trascrivere e mettere agli atti le telefonate di Berlusconi
Edmondo Bruti Liberati, procuratore capo di Milano, ha difeso la scelta dei pm di trascrivere e depositare agli atti tre telefonate intercettate in cui uno degli interlocutori è Berlusconi, nonostante questo sia deputato e quindi le intercettazioni sul suo conto debbano essere autorizzate dalla Camera. Si trattava, come sappiamo, di intercettazioni incidentali, che comunque non possono essere usate. Bruti Liberati ha detto che infatti la procura non le userà, e che le ha messe agli atti solo per fornirle alla difesa del premier.
«Non c’è stato alcun errore nella trascrizione parziale e nel deposito di alcune conversazioni in cui Silvio Berlusconi risulta come interlocutore indiretto». Lo ha detto il procuratore della repubblica di Milano Edmondo Bruti Liberati riferendosi alle telefonate intercettate tra il premier e alcune ragazze che risalgono tra l’agosto e l’ottobre del 2010 e che sono state pubblicate su alcuni quotidiani. «Il deposito delle telefonate alla difesa di Berlusconi – ha aggiunto – è stato un atto rigorosamente dovuto, a garanzia del diritto di difesa». Dunque nel rispetto della legge Boato.
LA VICENDA – La questione riguarda la trascrizione di tre telefonate della Minetti, della Polanko e della Skorkina intercettate mentre parlano con il capo del Governo finite negli atti dell’indagine sui presunti festini a luci rosse invece di rimanere in «cassaforte» solo come file audio per poi essere distrutte.Quelle telefonate, contenute negli allegati alla richiesta di giudizio per il premier e pubblicate dal «Corriere della Sera» si credeva fossero finite «per sbaglio» agli atti depositati, nonostante la legge Boato preveda che contro un parlamentare l’intercettazione non possa essere utilizzata se non dopo che i magistrati abbiano chiesto al Parlamento l’autorizzazione a poterla usare. Ma a questo punto è arrivata la precisazione di Bruti Liberati che chiarisce il perché sono state depositate. E cioè che la procura non ne aveva chiesto l’autorizzazione all’utilizzo alla Camera proprio perché non intendeva usarle ma le ha depositate perché, proprio come prevede la legge Boato, la difesa di Berlusconi ne valutasse eventuale elementi utili come prova a discarico.